La bambina era stata allontanata dal tetto familiare il pomeriggio di domenica 5 febbraio perché trovata a vagare sulla Tiburtina in calzamaglia e maglietta, non lontano da casa. Quella piccola che camminava smarrita aveva subito attirato l'attenzione dei passanti. Prima perplessi, poi impegnati a cercare la mamma lì intorno, alla fine preoccupati. A riprenderla dopo qualche minuto era arrivato un vicino di casa, che sosteneva di averla avuta in affidamento insieme al fratellino di 4 anni. Ai carabinieri aveva poi raccontato di essersi distratto mentre era in bagno. I genitori sono subito rientrati a casa, senza però poter riabbracciare la bambina, che per ordine della procura minorile, era stata subito affidata a una casa famiglia.
L'avvocato Cristiano Pazienti, per conto dei genitori, presenta un ricorso contro il provvedimento. Il 20 febbraio il tribunale dei minori riunito in camera di consiglio, presidente Lidia Salerno, si pronuncia per il riaffidamento sottolineando che si era trattato di un «difetto di attenzione del vicino». «La minore - afferma il giudice - era risultata in buone condizioni di salute; la mamma era in attesa di un figlio, e l'abitazione è risultata adeguata quanto a spazi e a cura degli ambienti». «I genitori - si precisa poi nel decreto - si sono subito attivati a tutela della figlia, riconoscendo di aver errato in relazione alla affidabilità della persona cui l'avevano consegnata. E la minore, in occasione del primo incontro in casa famiglia, si è mostrata molto legata affettivamente ai genitori». Una comunicazione che avrebbe rincuorato la madre della piccola. La donna, però, all'oscuro della decisione del tribunale dei minori, lo stesso giorno, ha approfittato di un momento di disattenzione dell'assistente sociale e di una educatrice del centro ed è fuggita via con la bambina.