Tram, l’allarme dei negozianti: «Corso Vittorio rischia di morire»

Russo (Confcommercio): «Accadrà quello che è successo in via Flaminia: desertificata»

Tram, l’allarme dei negozianti: «Corso Vittorio rischia di morire»
di Fernando M. Magliaro e Giampiero Valenza
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 01:29

Via Flaminia: un tempo era tra le strade dello shopping della città. Ma con il tram 2 che ormai la divide, ormai non è più così. E la storia «può ripetersi» nel Centro storico ancora una volta per il Tva, il tram che il Campidoglio ha intenzione di realizzare tra Termini, Vaticano e Aurelio. La preoccupazione è quella di Fabrizio Russo, presidente della sezione del Centro storico di Confcommercio Roma, che proprio non ci sta a vedere che tra due arterie così importanti per la Capitale (via Nazionale e corso Vittorio) possa passare un’opera così ad alto impatto soprattutto per il commercio. «Vogliono distruggere i negozi e lo stanno facendo senza il minimo interesse verso gli operatori che tutti i giorni costituiscono l’economia del territorio - dice Russo - Quanto accaduto in via Flaminia è la testimonianza di ciò che potrà accadere su via Nazionale per il Tva - sottolinea Russo - Resto sempre più basito dall’indifferenza del Campidoglio rispetto a tutte le nostre richieste. Serve un tavolo di confronto, non solo per questo tema ma anche per la nuova Ztl». Intanto proprio i negozianti di via Nazionale si stanno muovendo con una raccolta di firme: una petizione che ha come obiettivo quello di allargare il fronte del “no”. Tre i locali che sono il cuore della protesta: il bar Eliseo, lo storico negozio Socrate (di proprietà di Massimo Bertoni, presidente di Federmoda) e il pub Flann ‘O Brian del presidente dell’associazione commercianti di via Nazionale, David Hayon. 

«Il tram su via Nazionale un problema per i soccorsi, percorso incompatibile con ingresso ambulanze al Santo Spirito»

L’OPERA

La lobby tranviaria di sinistra in città, con il sostegno complice di un certo ambientalismo, stanno proponendo l’opera il cui cantiere dovrebbe partire ad aprile 2024 per poi concludersi - almeno, secondo il cronoprogramma - a febbraio 2028.

Stando ai piani del Campidoglio, dunque, i passeggeri potrebbero salire dopo il Giubileo, ed è proprio nell’Anno Santo che ci sarà uno stop ai cantieri proprio per evitare che ci siano troppi disagi in giro per la città. Ma sono tantissime le criticità legate all’opera e che molte parti sociali stanno evidenziando proprio perché verrebbe compromessa la viabilità del Centro.

I DUBBI

Contro la linea Tva si sono già schierati residenti, commercianti e albergatori. Poi, l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli; l’ex comandante generale dei vigili urbani, Antonio Di Maggio; l’ex comandante dei vigili del fuoco di Roma e provincia, Luigi Abete; il presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli; il presidente del Lazio della Società italiana di Emergenza e Urgenza, Giulio Maria Ricciuto; docenti universitari di ingegneria dei Trasporti, ingegneria civile e ingegneria acustica; storici e archeologi. E ancora, sindacati di vigili urbani, taxi, operatori sanitari, polizia di Stato. Per la Soprintendenza, tutto il centro è area «ad altissimo rischio»: dai Mercati di Traiano al palazzi rinascimentali, il tram è un nemico delle antichità. Mancano le aree in cui tanto gli operatori Ama quanto i trasportatori possano operare in sicurezza per il carico e scarico merci e per la raccolta dei rifiuti. Il “tappo” triplo per il traffico: Termini/Repubblica, via IV Novembre e il Santo Spirito sono a rischio paralisi. Chi lavora sul fronte della sicurezza ha puntato i piedi, proprio per la delicatissima posizione che proprio lungo via Nazionale, hanno la Questura e il comando provinciale dei vigili del fuoco. Nei giorni scorsi è intervenuto sulle pagine del Messaggero anche Felice Romano, segretario generale del Siulp, il sindacato italiano unitario lavoratori polizia, che ha sottolineato la sua preoccupazione proprio per il tram e perché la questura di via Genova si trova proprio sull’asse viario che si troverebbe ad avere a che fare con un mezzo così impattante. «È singolare che un progetto del genere, che ha un impatto così forte, non abbia avuto una conferenza dei servizi dedicata al sistema di sicurezza e soccorso che incidono su via Nazionale», aveva detto Romano. E oltre ai poliziotti, anche chi per una vita ha gestito i vigili del fuoco della Capitale proprio non ci sta. Luigi Abate, ex comandante provinciale dei pompieri, ha tuonato: «Sono certo di parlare anche a nome di Questura, del Comando dei vigili del fuoco e ministero dell’Interno: il tram a via Nazionale è una scelta sbagliata. C’è la certezza, non il rischio ma la certezza, che prima o poi i mezzi di soccorso rimarranno bloccati a via Genova senza poter operare». 

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