Prima lo ha preso a calci e pugni e poi, quando la vittima si trovava già in terra, ha sferrato - armato di coltello - più colpi ad organi vitali. La valutazione del gip, nell’accogliere il risultato delle indagini compiute dagli agenti di polizia del distretto San Giovanni sulla «personalità dell’indagato», è «negativa». Motivo per cui è stato confermato il collocamento in comunità con l’accusa di tentato omicidio per un 17enne italiano, nato ad Avezzano che, il 5 marzo scorso, ha accoltellato un ragazzo peruviano di un anno più grande al Pigneto. Si chiude così un cerchio su un minore per il quale era stato già disposto il collocamento in comunità per una precedente aggressione avvenuta nello medesimo quartiere il pomeriggio del 31 gennaio scorso. Ma partiamo dal caso più recente, ovvero quello del 5 marzo. Vittorio (lo chiameremo così in ragione dell’età) inizia a discutere con un coetaneo di origini peruviane, “colpevole” di aver guardato insistentemente e “provocato” una ragazza che si trovava con lui. Da qui, da un “banale” sguardo di troppo, è partita l’aggressione violentissima che ha portato la vittima ad accasciarsi in terra dopo esser stato colpito da calci e pugni finendo poi accoltellato. Quando la polizia arriva sul posto non c’è traccia né dell’aggressore né della vittima. Solo il racconto di alcuni testimoni che ripercorrono i fatti avvenuti non oltre le 18.50 in via Luigi Filippo De Magistris.
LA RISPOSTA
Si arriverà a identificare sia Vittorio sia la vittima a seguito di quanto avverrà poi di lì a due ore.
IL PRECEDENTE
Il ragazzo - e questo è necessario ricordarlo a riprova di come pure le segnalazioni dei residenti sui disordini firmati proprio da minori non siano da sottovalutare - sempre al Pigneto a fine gennaio aveva colpito sempre con un’arma bianca un minorenne tunisino. Stesse dinamiche e stessi “moventi”. Oggi come allora il 17enne brandendo un coltello in mezzo ai passanti aveva iniziato a “dare la caccia” a un altro ragazzo a seguito di alcune rivalità sorte via social. Uno scambio di provocazioni che lasciano basiti ma che pure sono state sufficienti a firmare un’aggressione quasi mortale. E nonostante il collocamento in comunità il ragazzo è tornato a impugnare un’arma, usandola senza troppa difficoltà. Proprio al Pigneto residenti e cittadini lamentano da tempo una deriva della sicurezza: molti vigili urbani intenti a fare il loro, poche forze dell’ordine schierate per evitare disordini e aggressioni.