Roma, "miracolo" in Atac: autisti invalidi guariscono dopo una visita

Roma, "miracolo" in Atac: autisti invalidi guariscono dopo una visita
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 12 Settembre 2016, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 14:56
«Neanche a Lourdes succedono cose del genere», scherza un funzionario dell'Ufficio personale dell'Atac. Una cosa è certa: nella sede della partecipata romana dei trasporti, anche chi diffida dei miracoli avrebbe modo di ricredersi. È successo infatti che quasi tutti i dipendenti che per anni avevano evitato i faticosi turni alla guida di un bus o di un treno della metro grazie al certificato di «inidoneità», dopo la visita medica finalmente pretesa dall'azienda, sono risultati completamente «riabilitati».

Le disabilità temporanee? Sparite. Ci sarebbe da organizzare pellegrinaggi, se non fosse che l'ormai ex capo del Personale della municipalizzata, Francesca Rango (dimissionaria anche lei, insieme al direttore generale Marco Rettighieri e all'amministratore unico Armando Brandolese) abbia creduto poco a queste guarigioni di massa. Anzi, a dirla tutta ha sospettato una truffa ai danni di Atac e dell'Inps. Per questo, insieme a Rettighieri, qualche settimana fa ha presentato un esposto alla Procura di Roma.

I CONTROLLI
Per capire che qualcosa non andasse, in fondo bastava leggere i numeri delle Risorse umane. Tra gli oltre 11mila dipendenti di Atac, in 160 avevano problemi fisici tali da rendere impossibile il lavoro come conducenti o operai delle officine. Per questo l'azienda li aveva ricollocati dietro una scrivania, decisamente più confortevole rispetto al sedile di un bus. Fino a quando, i vertici di Atac (che in settimana verranno sostituiti dall'assemblea dei soci) hanno deciso di avviare una serie di controlli straordinari. Mettendo in campo sia i medici aziendali sia quelli del Cispi e ricorrendo a tutti gli strumenti previsti dal decreto ministeriale 88/1999, quello che prevede l'«accertamento dell'idoneità fisica e psicoattitudinale del personale addetto ai pubblici servizi di trasporto».

Alle visite mediche si sono sottoposti oltre cento dipendenti con «inidoneità temporanee». E l'80% è risultato in perfetta forma, tanto da tornare subito in cabina o in officina. Anche tra i cosiddetti «inidonei definitivi», in molti hanno scoperto, dopo la visita, di avere goduto di un miglioramento improvviso. Tanto da dover firmare con l'azienda un accordo transattivo per cambiare la qualifica: da «autista inidoneo» ad ausiliario del traffico, lasciando l'amata scrivania.

«ASSEGNI GONFIATI»
Ma l'esposto consegnato ai pm di piazzale Clodio evidenzia anomalie anche per quanto riguarda i fondi pensionistici. Perché alcuni sindacati nel 2011 hanno firmato un accordo per la creazione di un fondo, che ha avuto in cassa oltre 5 milioni di euro, finalizzato a migliorare l'assegno degli «inidonei» a fine carriera. In pratica, chi lasciava l'Atac con invalidità riconosciute, poteva accedere al trattamento pensionistico in anticipo e con più soldi. Iniziativa lodevole, per i disabili veri. Il sospetto però, considerato l'esito delle visite mediche, è che più di un dipendente in passato se ne sia approfittato.
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