All'inevitabile incidente, che ha rischiato di coinvolgere persino gli avventori dell'unico bar della zona, l'uomo sarebbe risalito a bordo del furgone, con la decisione di farla pagare cara al vigile romano, evidentemente giudicato il vero colpevole di ogni disgrazia. Dopo attimi surreali, che hanno visto l'uomo alla guida del camion, investire
deliberatamente una seconda volta l'agente, dopo un inseguimento durato 30 metri, l'uomo, sarebbe riuscito a procurarsi la fuga. Per il poliziotto locale invece, tuttora ricoverato all'ospedale di Rieti, una prognosi di 30 giorni salvo comunicazioni, per fratture e danni ossei, tra i quali, clavicola e vertebre.
Durissima la reazione da parte del Comando del Corpo di Polizia Roma Capitale, il cui Vice Comandante, Antonio Di Maggio, ha immediatamente inviato una squadra, con il preciso compito di assicurare il responsabile alla giustizia. Dalle prime indiscrezioni sui fatti, si tratterebbe di persona conosciuta, e si sarebbe persino cercato di
intercedere, per cercare di mettere a tacere la cosà. Lo riferisce in una nota Ugl polizia locale.
«Vile e terribile il gesto di follia, perpetrato nei confronti di un nostro collega ad Amatrice - afferma il coordinatore romano Marco Milani - A rendere il gesto ancora più ignobile, il fatto che, si sia cercato di togliere per futili motivi la vita, ad un volontario, che, senza interesse alcuno, e per puro spirito di servizio e senso civico, aveva deciso come moltissime altre persone in tutta Italia, di prestate opera di soccorso nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto. Ci auspichiamo che presto venga arrestato il responsabile di tali accadimenti e che non corrispondano al vero, le indiscrezioni che parlano di tentativi di favoritismi, da parte di imprecisati funzionari Comunali del posto. Il collega ferito, anche a causa della mancanza di una legge di riforma della Polizia locale, che equipari i diritti dei lavoratori a quelli delle altre forze, non avrà diritto alla causa di servizio od all'equo indennizzo. Ci auguriamo che almeno, abbia diritto ad avere giustizia».
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