Al di là dei risultati, il Promotore di Giustizia ha evidenziato che «per quanto riguarda il riciclaggio, si tratta di reato che postula la previa individuazione sia della tipologia del reato "presupposto"- nelle figure in cui prende solitamente corpo: evasione fiscale, truffa, bancarotta fraudolenta, corruzione - sia del locus commissi delicti, che per lo più è un Paese estero, soprattutto l'Italia, sia della nazionalità dei soggetti agenti, quasi sempre cittadini non vaticani». Il che, ha osservato Milano, «impone necessariamente il ricorso alle procedure di cooperazione internazionale; procedure complesse, che non necessariamente pervengono, per ragioni di fatto e di diritto, all'auspicata fase esecutiva. Il che può costituire un primo elemento ostativo nell'attività di contrasto».
«Sul piano delle procedure interne occorre poi rilevare - ha proseguito Milano - che nonostante i virtuosi raccordi tra l'autorità di intelligence e l'autorità giudiziaria, e la preziosa opera di collaborazione che, sino ad oggi, si è tra loro sviluppata nel contrasto al riciclaggio, purtroppo, nella fase operativa vengono a collidere, con effetti neutralizzanti, le logiche del sistema preventivo - nell'ambito del quale opera l'autorità amministrativa - e quelle tipiche della funzione giudiziaria».
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