La vicenda dello stadio a Roma è di fatto uno scontro tra la base, i meetup e il nocciolo duro dei fondatori raccolti intorno la "Casaleggio-associati". Anche in questo caso si tratta di uno scontro tra numeri con possibili ripercussioni sulle percentuale del M5S qualora il centralismo democratico dovesse prevalere sulla filosofia dell'uno vale uno. Nessuno, o quasi, vuole andare al voto, ma il clima è da campagna elettorale e preoccupa Bruxelles ed investitori mentre un Parlamento, che ha chiesto di rimanere in piedi per fare la legge elettorale, continua a rinviare la discussione con buona pace dei presidenti Boldrini e Grasso.
Un navigare a vista mentre è sempre più evidente che Renzi ha ripreso a dettare i tempi. Non più elezioni a primavera, ma congresso subito ed entro aprile in modo da potersi presentare alle elezioni amministrative nel pieno delle sue funzioni.
Cosa accadrà poi, si vedrà. O meglio lo deciderà il Pd di Renzi, qualora l'ex premier dovesse essere rieletto segretario. Ovvero dipende da come andranno le elezioni in Francia e da come si concluderà il summit di Roma di fine marzo. Renzi vuole essere pronto e pienamente legittimato in vista della sfida con il M5S. Alla guida dell' unico partito in grado di battere Grillo. Per le coalizioni ci sarà tempo dopo.
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