Las Vegas, strage al concerto: 59 morti e 527 feriti. Assalitore suicida. La Polizia: non è terrorismo. Ma Isis rivendica

Las Vegas, strage al concerto: 59 morti e 527 feriti. Assalitore suicida. La Polizia: non è terrorismo. Ma Isis rivendica
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Lunedì 2 Ottobre 2017, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 08:59

Strage a Las Vegas. Un uomo ha sparato sulla folla a un concerto e ha ucciso 59 persone. I feriti sono 527, di cui alcune molto gravi. Il killer, Stephen Paddock, 64 anni, ha aperto il fuoco dal 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel, durante un festival di musica country sulla strip, un concerto dove stava suonando Jason Aldean, 40enne cantautore statunitense. Diversi video postati sui social media mostrano centinaia di persone in fuga mentre il killer spara. E' la strage più grave provocata da armi da fuoco della storia degli Stati Uniti.

Il killer si è suicidato prima che la polizia facesse irruzione nella stanza d'albergo da cui aveva sparato. Fermata dopo alcune ore anche Mary Lou Dandley, convivente del killer e ricercata dopo la sparatoria, è stata rintracciata ma non è chiaro se sia sotto custodia della polizia. Ora l'appello delle autorità è a donare sangue per le centinaia di feriti ricoverati in 5 diversi ospedali della città.

 

 


Killer convertito qualche mese fa. Paddock si è convertito all'Islam mesi fa. Secondo quanto riportano alcuni media il cittadino americano, dopo essersi convertito, era Samir Al-Hajib. Cosa che si legge inoltre su un secondo comunicato dell'Isis, trasmesso da Amaq, l'agenzia dello Stato islamico, citata dal Site. Un primo comunicato ha rivendicato l'attacco. La notizia è però stata smentita da fonti dell'amministrazione statunitense e poi direttamente dall'Fbi: «Non c'è alcun segnale che indichi un legame del killer di Las Vegas con gruppi del terrorismo internazionale».

Il killer, secondo il New York Times, aveva nella sua camera d'albergo 19 fucili, due di questi sistemati su treppiedi alla finestra. Aveva anche centinaia di proiettili. La polizia ha riferito inoltre che l'assassino aveva nella sua automobile del nitrato di ammonio, un composto chimico utilizzato anche per produrre esplosivi. Nell'abitazione del killer, a Mesquite, in Nevada, invece a una ventina di fucili sono state trovate «parecchie migliaia di munizioni».


Paddock era all'hotel Mandalay Bay da giovedì. L'uomo, nato il 9 aprile del 1953, viveva nella comunità chiusa per anziani Sun City (completa di campo di golf, campo da tennis e piscina), a Mesquite (a 140 chilometri da Las Vegas) dal giugno 2016. In precedenza, dal 2011 al 2016, aveva vissuto a Reno, sempre in Nevada, mentre dal 2013 al 2015 a Melbourne in Florida. L'uomo non aveva precedenti, a parte alcune violazioni stradali minori e una causa intentata ad un casinò nel 2014. Lo ha riferito la polizia, ribadendo che il movente rimane ignoto.

La compagna del killer. Marilou Danley, la donna indicata come la compagna di Paddock, invece, avrebbe passaporto australiano. È quanto riportano due giornali australiani, The Australian e The Courier-Mail, che spiegano che la 62enne viveva sulla Gold Coast nel Queensland fino a quando si è trasferita una ventina di anni fa negli Stati Uniti. «Non posso rilasciare nessuna dichiarazione al momento», ha dichiarato una delle sorelle della donna alla stampa locale mentre dal governo australiano non arriva nessun commento.


L'attentatore si è ucciso.  Non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e «non c'era alcuna indicazione che potesse fare una cosa del genere». «Era uno normale. Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati». È quanto ha detto in un'intervista al Mail on line Eric Paddock, il fratello di Stephen Paddock, autore della strage di Las Vegas. Eric vive a Orlando, mentre l'ultimo indirizzo di Stephen era a Mequite, in Nevada. I due non si sentivano spesso. Intanto nella stanza di albergo dell'aggressore di Las Vegas, Stephen Paddock, sono state trovate almeno otto pistole e dieci fucili d'assalto. Lo riferisce la polizia.

Tutta la zona intorno al Mandalay Bay è stata isolata. «Abbiamo sentito gli spari di una mitragliatrice mentre eravamo nella nostra stanza d'albergo e sono durati almeno 20 minuti», ha detto la donna alla rete 20 Minuten. «La polizia ci ha detto di rimanere nella nostra stanza, togliere le scarpe e bloccare le porte», ha aggiunto la donna, spiegando che gli elicotteri circondavano l'hotel, mentre gli agenti erano nei corridoi. In precedenza le autorità avevano affermato che la sparatoria era durata circa due minuti.

Non è terrorismo. «A questo punto non consideriamo la sparatoria un atto di terrorismo». Ha affermato la polizia di Las Vegas, sottolineando che restano ancora da chiarire i motivi alla base della sparatoria. «Sembra per ora più un'azione di un lupo solitario». Una «sparatoria terribile. Le mie più calde condoglianze alle famiglie delle vittime», ha twittato il presidente Donald Trump.
E intanto un minuto di silenzio è stato decretato a Wall Street per le vittime della strage.

 

Decine di colpi sparati contro la folla. ​«Abbiamo sentito decine di colpi di armi automatiche», racconta uno dei testimoni della sparatoria. Nei video pubblicati online (la cui autenticità ancora non può essere verificata) si sentono quelle che sembrano raffiche di mitra. Secondo la Bbc, «almeno un uomo armato ha aperto il fuoco contro la folla al concerto».

Agenti colpiti. Anche gli agenti delle Swat intervenuti nell'area del Mandalay Bay sono stati presi di mira da colpi di arma da fuoco. Per sicurezza è stato bloccato il traffico aereo all'aeroporto McCarran di Las Vegas, che sorge poco distante dalla zona dei casinò teatro della violenta sparatoria. 

Le vittime. L'attacco della scorsa notte è la peggiore sparatoria di massa nella storia degli Stati Uniti. Il primato negativo spettava finora all'attacco del 12 giugno del 2016 contro il "Pulse", un night club gay di Orlando, in Florida, dove il 29enne Omar Mateen, uccise 49 persone e ne ferì altre 53.


 

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