A causa delle bombe disseminate attorno al sito, la fossa, che si trova a sei miglia a ovest di Sinjar, non è stata ancora scavata: le vittime non erano state sepolte in profondità dai terroristi e alcuni resti sono emersi dal terreno dopo le piogge. Il conteggio delle vittime rimane approssimativo e i corpi potrebbero essere di più rispetto alle stime ricavate grazie alle testimonianze di familiari o di testimoni delle esecuzioni.
Un'altra fossa comune trovata nella zona si crede possa contenere i corpi di circa 80 donne di età compresa tra i 40 e gli 80 anni che, come ha riferito Khalil, potrebbero essere state giustiziate perché considerate troppo vecchie per essere stuprate.
Con queste ultime scoperte sale a sei il numero delle fosse comuni ritrovate da quando, dopo oltre un anno di assedio dell'Isis, il 13 novembre i peshmerga hanno riconquistato la città, sostenuti da attacchi aerei Usa. Quando le forze dello Stato Islamico conquistarono Sinjar nell'agosto 2014, arrivarono notizie di massacri e stupri di massa contro donne e bambine, tanto da portare le Nazioni Unite a descrivere l'attacco al popolo yazidi, la cui fede viene considerata un'eresia dagli uomini dell'Isis, come un possibile genocidio.