Elezioni Spagna, non c'è l'effetto Brexit: vince il Pp di Rajoy ma non ha la maggioranza. Regge il Psoe, delude Podemos. Rebus governo

Elezioni Spagna, non c'è l'effetto Brexit: vince il Pp di Rajoy ma non ha la maggioranza. Regge il Psoe, delude Podemos. Rebus governo
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Lunedì 27 Giugno 2016, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 09:55

Il premier uscente spagnolo Mariano Rajoy, vincitore delle politiche di ieri, ha detto di sperare in un accordo per la formazione del nuovo governo entro un mese, dopo che il parlamento si sarà costituito il 19 luglio.

Rajoy l'inaffondabile è il vincitore delle politiche spagnole, che hanno visto tramontare il sogno di Podemos di diventare il primo partito della sinistra superando i socialisti e candidarsi alla guida del governo. Fra colpi di scena, dopo la pubblicazione di un disastroso exit-poll che dava il partito post-indignado davanti al Psoe e il suo leader Pablo Iglesias in buona posizione per candidarsi a premier di un governo di sinistra, i risultati reali mano a mano hanno rovesciato il quadro politico. Con l'addio inglese all'Europa dopo il referendum di giovedì che ha frenato il voto di protesta, dirottandolo sui partiti-rifugio tradizionali e in particolare sui popolari di Rajoy.

 

 


Tuttavia il Partito socialista spagnolo non ha intenzione di appoggiare la nascita di un nuovo governo del Pp. Il segretario organizzativo del Psoe, Cesar Luena, ha escluso oggi il sostegno alla rielezione di Rajoy con «azioni o omissioni», sottolineando che gli spagnoli hanno votato i socialisti per cambiare «le politiche ingiuste, inefficaci e antisociali» del Partito popolare. «Abbiamo una posizione molto chiara che abbiamo espresso durante la campagna elettorale, non appoggeremo Rajoy né con azioni né con omissioni - ha scandito in un'intervista alla radio Cadena Ser - La vocazione del Psoe è di cambiare Rajoy».

Poi, Lena non ha escluso completamente la possibilità di un governo del Psoe, nonostante abbia ottenuto solo 85 deputati (per governare ne servono 176), ma ha chiarito che «tocca» a Rajoy prendere l'iniziativa essendo il partito che ha vinto il voto. «Dal risultato emerge una conclusione ed è che a prendere l'iniziativa deve essere Rajoy - ha
spiegato -. Il Psoe è la prima forza di sinistra e l'alterntiva, però siamo la seconda forza» dopo il Pp. 

Il Pp di Rajoy si rafforza rispetto a dicembre: cresce di 13 deputati, a quota 136 su 350, con il 33% dei voti e con i seggi del partito centrista di Ciudadanos è a soli sei seggi dalla maggioranza assoluta, a cui si potrebbe arrivare con i voti di alcuni partiti regionalisti.

Dopo la Brexit, una parte degli elettori spagnoli è stata spinta a votare la "sicurezza" contro l'avventura di Podemos, alleato con la sinistra di Izquierda Unida, che è il vero sconfitto di queste elezioni. I popolari invece recuperano voti anche sul partito moderato emergente Ciudadanos, che scende al 12,8% e da 40 a 32 seggi. I socialisti di Pedro Sanchez si salvano dall'umiliante sorpasso del leader di Podemos Iglesias, annunciato sbagliando da tutti i sondaggi, ma con il 22,7% e 85 deputati perdono altri 5 seggi rispetto a dicembre quando già avevano registrato il loro peggiore risultato storico. Per il partito viola è una forte delusione. Rimane a 71 deputati con il 21,15%.

Iglesias si vedeva già, come promettevano i sondaggisti, alla guida di un governo di sinistra con i socialisti, dopo uno storico sorpasso del Psoe. Questi risultati di quello che è stato definito il secondo turno delle politiche del dicembre scorso, da cui non erano uscite maggioranze chiare, rischiano quindi di non risolvere il problema della governabilità del paese.

Rajoy ha continuato a proporre durante la campagna elettorale quanto ha sostenuto negli ultimi sei mesi, una Gran Coalicion con socialisti e Ciudadanos che garantisca per quattro anni la stabilità del paese in un quadro europeo. Il leader Psoe Pedro Sanchez finora ha risposto no. Da soli però ora, popolari e Ciudadanos con i voti di alcuni partiti regionalisti potrebbero arrivare alla maggioranza assoluta di 176 seggi nel Congresso.

Il premier uscente si presenta ora alle trattative con gli altri partiti con una maggiore autorevolezza e da una posizione più forte: quella del solo leader che ha vinto, e non poco, in queste politiche. Rajoy ha rivendicato anche che il partito più votato possa comunque governare, se non altro in minoranza.

Il deludente risultato della sinistra rende ora difficile se non impossibile il tentativo di una maggioranza progressista Psoe-Podemos - azzoppata dall'ostilità persponale di Sanchez nei confronti di Iglesias - che potrebbe però cercare di allargarsi ai nazionalisti baschi del Pnv (5 seggi) o ricercare l'astensione degli indipendentisti catalani di Cdc e Erc (17 deputati). 

Il quadro rimane complesso e assai frastagliato. I quattro leader in campagna hanno detto di essere determinati a evitare un nuovo ritorno alle urne. Le trattative però si annunciano difficili. 


 

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