Madame Butterfly alla Scala, 14 minuti di applausi tra l'assenza della politica

Madame Butterfly alla Scala, 14 minuti di applausi tra l'assenza della politica
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Mercoledì 7 Dicembre 2016, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 12:11

Quattordici minuti di applausi per la Madame Butterfly di Giacomo Puccini con la direzione del maestro Riccardo Chailly e la regia di Alvis Hermanis, che ha inaugurato stasera la stagione del Teatro alla Scala. Pioggia di fiori dalla galleria, ovazione per Chailly e per la soprano Maria Josè Siri, applausi calorosi a tutto la compagnia di canto. Plausi anche alla regia. 

Ma c'erano posti liberi questa sera nel palco reale: ed è stato questo il segno più visibile della crisi di governo che ha costretto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a rinunciare all'inaugurazione della stagione andata in diretta su Rai1. Il pubblico tv non ha sentito il sovrintendente Alexander Pereira che, prima dell'inizio dell'opera, la 'Madama Butterfly' di Puccini, ha letto un suo messaggio di scuse con la promessa di venire a «rendere omaggio a una delle istituzioni liriche più prestigiose e più apprezzate del mondo». Come lui hanno dato forfait anche il presidente del Senato Pietro Grasso e i ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan e dei Beni culturali Dario Franceschini. E così accanto al sindaco Sala - alla sua prima volta come padrone di casa - a fare gli onori di casa c'erano il presidente della Regione Roberto Maroni (contento di una prima «molto milanese»), il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, il prefetto Alessandro Marangoni e quattro abitanti delle zone terremotate.

Una scelta quella di invitarli, che, Sala ha spiegato, è stata presa un mese fa durante una telefonata con il Capo dello Stato. Due da Accumoli e due da Arquata sono arrivati in teatro con nel cuore il peso di quanto hanno vissuto e con «la speranza di non venire dimenticati», come ha spiegato Gabriele Vittori, marito di Gabriella Del Marro, consigliera comunale e delegata del sindaco di Accumoli. «L'Italia ha risposto bene, ringraziamo tutti» ha aggiunto. Certo per la crisi di governo un pò di preoccupazione c'è. Paura che si rallenti la ricostruzione, ma «crediamo nello Stato» ha assicurato Gabriella. La sua preoccupazione è la stessa che serpeggiava nei discorsi dei presenti, ma con la volontà di mandare dalla Scala un messaggio positivo. D'altronde, ha sottolineato il sovrintendente Alexander Pereira, «anche se la politica italiana ha dei problemi che posso capire, la prima della Scala resta la più importante al mondo». Lo dimostrano la diretta trasmessa da Rai Cultura su Rai1, e quella sulle tv straniere (Giappone incluso, pur in differita), le proiezioni al cinema non solo in Italia ma in diversi paesi fra cui Germania, Austria, Gran Bretagna e persino Australia.

E lo dimostra anche la presenza dell'ex re di Spagna Juan Carlos, che alla Scala «per quarant'anni» non è potuto venire, e quindi adesso ne ha approfittato. Milano è un'isola rispetto all'Italia in questo periodo, secondo il sindaco Sala. «Ma è una milanesità - ha aggiunto - che in questo momento serve molto al Paese, con la nostra dignità e forza». «Dobbiamo continuare a dare un grande esempio» ha aggiunto. Un esempio che vale anche nella politica. Dopo la proposta del suo predecessore, Giuliano Pisapia, di un'alleanza progressista, il sindaco ha sottolineato che «il modello Milano di sinistra unita è l'unico possibile». Ma si tratta di un argomento di cui parlare da domani. Per oggi a raccontare Milano è la Scala «punta di diamante», secondo la definizione del prefetto Marangoni, che dimostra al mondo come «l'Italia è capace di affrontare le difficoltà».

Lunghi applausi anche nel carcere milanese di San Vittore, dove lo spettacolo è stato proiettato in diretta nel cortile interno del penitenziario, davanti a un gruppo di detenuti che hanno partecipato all'iniziativa, proposta anche nel carcere di Bollate.

Hanno apprezzato il capolavoro di Puccini portato in scena con la regia di Alvis Hermanis anche le autorità presenti, tra cui l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio. «Anche questo è un evento mondano - ha spiegato lo scrittore Gianrico Carofiglio - sono molto contento di aver partecipato».



 

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