Terremoto, Errani si sfoga fuorionda: «Ricostruzione lenta». È polemica

Errani
di Cristina Mangani
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Venerdì 24 Febbraio 2017, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 09:55
A sei mesi dalle prime devastanti scosse di terremoto, un fuorionda del commissario straordinario alla ricostruzione, Vasco Errani, crea imbarazzo e fa dire ai sindaci dei paesi distrutti: «Lo sosteniamo da tempo che la situazione non va». E la definizione «non va» sembra un eufemismo, se si ascolta l'audio pubblicato dal settimanale Panorama, nel quale l'ex governatore dell'Emilia Romagna si sfoga davanti ai sindaci dei comuni della zona di Macerata, Ascoli e Fermo e al presidente della Regione Marche. La riunione è ad Ancona, è il 15 febbraio, Errani si alza e dice: «Non c'è dubbio che abbiamo avuto quattro terremoti, la dimensione è stratosferica, ma tutto ciò non risolve il fatto che non riusciamo ad andare avanti su alcune cose». E ancora: «Macerie, stalle, casette, questa non è la ricostruzione, questa è la gestione dell'emergenza. Bisogna cambiare. E bisogna dare e fare un'altra governance, altrimenti non ce la faremo».

I RITARDI
Bastava questo per far capire quanto la ricostruzione stia viaggiando a rilento, ma il commissario va oltre: «Non esiste il fatto che per cominciare a fare le casette, che non è ciò che devo fare io, si attenda di avere il fabbisogno definitivo di tutte le casette. Non esiste. Non esiste che per fare le stalle bisogna metterci tutto questo tempo. Non esiste. Non esiste». In sintesi: nel centro Italia scosso dal terremoto, la ricostruzione non è ancora iniziata e se non si cambierà governance le macerie resteranno ancora per molto. Tutto questo mentre il tempo passa, la ripresa per le zone disastrate non c'è, e gli albergatori che ospitano una grossa parte degli sfollati, cominciano a fremere per l'avvicinarsi della stagione estiva.

Il giorno dopo le polemiche, e nel mezzo della tempesta nel Pd che lo vede schierarsi con gli scissionisti da una «posizione» di governo, Errani non ci sta a farsi strumentalizzare e replica ribadendo la fiducia nei suoi confronti da parte di Palazzo Chigi. «Non c'è spazio per le polemiche politiche sulla ricostruzione - dichiara - Questione centrale e decisiva sulla quale dobbiamo essere tutti uniti. Tra me e il presidente Gentiloni c'è piena intesa e sintonia, come con il precedente governo Renzi». «In merito poi - continua - alle notizie pubblicate su alcuni giornali che mi attribuiscono il virgolettato la ricostruzione non esiste proprio, mi preme ribadire che questa espressione io non l'ho mai usata e la considero sbagliata e ingenerosa nei confronti del lavoro e dell'impegno incessante delle tante donne e uomini quotidianamente impegnati nei diversi ruoli e livelli istituzionali a fronteggiare le fasi dell'emergenza e della ricostruzione».

Su responsabilità, ruoli e ritardi, poi, fa un leggero dietrofront. «Ribadisco, come ho detto il 15 febbraio ad Ancona che mi interessa solo lavorare per risolvere i problemi, che occorre accelerare per superare definitivamente la fase dell'emergenza; che ciascuno deve fare un passo avanti per rendere più efficace ed efficiente la governance del dopo sisma; e che con l'ultimo decreto approvato in Consiglio dei ministri il 2 febbraio, i sindaci avranno giustamente maggiori poteri per rendere più rapide le azioni del dopo terremoto». Mentre «per quanto riguarda la fase più propriamente della ricostruzione - prosegue il commissario - si è già definito un robusto impianto normativo e finanziario grazie alle scelte del precedente e dell'attuale Governo. Le popolazioni che hanno subìto la devastazione del terremoto, hanno diritto di sapere che si va avanti con impegno e determinazione».

IL SINDACO
Nella polemica, ieri, è intervenuto anche Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, comune distrutto dalle scosse del 24 agosto. «Lo avevo detto già tre mesi fa - replica - Così come avevo detto che nella fase di emergenza un uomo solo al comando non basta, serviva una task force. La catena è farraginosa, stiamo andando avanti con tante difficoltà. Mi aspetto un provvedimento ad hoc per una no tax area. Probabilmente il commissario ha voluto gettare un sasso nello stagno, per smuovere il governo, perché qualcosa non sta funzionando». E Antonio Decaro, presidente dell'Anci e sindaco di Bari, suggerisce: «Dobbiamo ripartire con più determinazione, ma oltre alla ricostruzione serve riportare la giusta animazione economica e sociale, altrimenti si rischia di ricostruire per territori in cui non vive più nessuno. Le cose che ha detto Errani le capisco, ricordo, però, che in quei territori c'è stato prima un terremoto, poi un altro, a cui si è aggiunta un'emergenza neve».
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