Renzi: «Cercano di farmi fuori ma io non mollo. Alleati possiamo arrivare al 40%»

Renzi (ansa)
di Marco Conti
4 Minuti di Lettura
Martedì 7 Novembre 2017, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 22:07

«Già oggi siamo in coalizione. E siamo pronti ad allargare ancora al centro e alla nostra sinistra. Condivido a questo proposito le riflessioni di Dario Franceschini. Non abbiamo veti verso nessuno, noi». Così Matteo Renzi nell'e-news sostenendo che «alle elezioni, se il Pd fa il Pd e smette di litigare al proprio interno, possiamo raggiungere, insieme ai nostri compagni di viaggio, la percentuale che abbiamo preso nelle due volte in cui io ho guidato la campagna elettorale: il 40%, raggiunto sia alle Europee che al Referendum».

«Le cose che abbiamo fatto al governo in questi anni - scrive ancora Renzi - hanno fatto uscire l'Italia dalla crisi, sia nel settore economico che in quello dei diritti. Se qualcuno ha idee migliori, le ascoltiamo volentieri. Non abbiamo veti verso nessuno, noi». «Dopo la vittoria alle primarie di sei mesi fa ho girato, e continuo a farlo, l'Italia in lungo e in largo. Ho ascoltato, incontrato, condiviso: eppure tutti i giorni si leggono solo notizie in politichese su accordi, litigi, discussioni. Quello che ci preme è far sì che il Pd stia in mezzo alla gente, non blindato nelle chiacchiere di palazzo», continua il segretario del Pd.

Intanto dopo averlo chiesto e organizzato, Luigi Di Maio, stasera diserterà il confronto televisivo con Renzi su La7. Il motivo ufficiale starebbe nel non riconoscere al segretario del Pd la leadership del centrosinistra e quindi nel non considerarlo un competitor dopo il risultato siciliano dei dem. Qualche elemento di verità l’affermazione la contiene anche se al Nazareno considerano “una fuga" la scelta del vicepresidente della Camera.

È però anche vero che dal giorno dell’assemblea programmatica di Napoli, un passo indietro da parte di Renzi è registrabile ed è stato confermato anche ieri. Il segretario del Pd si considera il candidato dem, come recita lo statuto, ma accetta che - nell’ottica della coalizione - ogni valutazione venga rimandata a dopo il voto. Si segue di fatto lo schema del centrodestra che nelle settimane scorse è servito a mettere a tacere lo scontro tra FI e Lega. Al motto, «chi arriva primo guida, ma prima pensiamo a vincere», Berlusconi e Salvini hanno rinviato al dopo la questione. 

Più o meno ciò che potrebbe accadere nel centrosinistra, anche alla luce dell’altrettanto poco soddisfacente andamento della lista Fava che  - anche per colpa di qualche compiacente sondaggio - puntava a scavalcare quelle a sostegno di Micari.

Resta il fatto che se Di Maio pensa di poter confrontarsi solo con i candidati ufficiali per palazzo Chigi del centrosinistra e del centrodestra, rischia di dover attendere un bel po'. Oppure decidere di andare in tv da solo. Come accadrà nel fine settimana da Fazio.

Stasera Renzi da Floris ci sarà e i motivi li spiega in una enews sostenendo «Di Maio ha avuto paura. Prima ha chiesto il confronto, poi è scappato. Mi dispiace che un uomo che si candida a governare il Paese abbia paura di uno studio televisivo. E mi dispiace - continua Renzi -  che siano rilanciate come motivazioni politiche le sue scuse. Tutti noi abbiamo avuto un Di Maio compagno di scuola. Uno di quelli che ti provocava nell’intervallo dicendo: "Vieni fuori, che ti faccio vedere io". Poi tu uscivi fuori e lui non c’era. Li conosciamo. Magari sono anche simpatici. Però a nessuno di loro affideresti il futuro dei tuoi figli». 

«Rinunciare - continua il segretario del Pd - mi sembrerebbe un atto da vigliacco. Ci saranno alcuni giornalisti che mi amano molto come Massimo Giannini, Alessandro Sallusti e Massimo Franco. Purtroppo Marco Travaglio era già impegnato, altrimenti si sarebbe unito anche lui al team. Passeremo una serata a confrontarci senza rete. L’appuntamento è alle 21.30 su La7».

Infine un passaggio anche sulla vicenda Consip e sui tentativi in atto da mesi per  «mettermi da parte, ma non ci riusciranno nemmeno stavolta. Personalmente - continua Renzi - credo nella squadra. Siamo un bel gruppo di persone e possiamo rivendicare sia i risultati del passato sia i progetti del futuro. Ma per farlo torniamo a parlare liberi, in mezzo alla gente. Qui non si molla di un centimetro». 


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA