Papa Francesco: «Dio perdona tutti: persino Giuda e Pilato»

Papa Francesco: «Dio perdona tutti: persino Giuda e Pilato»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 09:03
Anche per i malvagi c'è speranza. Persino Giuda e Pilato sono stati perdonati. «Dio vuole salvare 
tutti, la salvezza e’ per tutti, anche per Pilato che ha 
processato Gesù, e per Giuda, che lo ha tradito». Papa Bergoglio all'udienza generale torna a spiegare alla folla che la misericordia divina è talmente potente, comprensiva, pietosa da superare ogni tipo di barriera, fino a rimettere i peccati del più incallito malfattore. Il tema che Francesco ha affrontato stamattina non è dei più semplici da fare capire alla gente.

Come è possibile conciliare il concetto di giustizia a quello del perdono?
«Qualcuno di voi - ha detto - potrà farmi la domanda, ma padre, la condanna di 
Pilato se la meritava, Dio la voleva; no, Dio voleva salvare 
Pilato. E Giuda?. Anche Giuda, tutti, il Signore della 
misericordia vuole salvare tutto, il problema e’ lasciare che lui 
entri nel cuore, tutte le parole dei profeti sono un appello 
appassionato e pieno di amore e ricerca della nostra 
conversione». La predica è così continuata. «La Sacra Scrittura ci 
presenta Dio come misericordia infinita, ma anche come giustizia 
perfetta. Come conciliare le due cose? Come si articola la realtà 
della misericordia con le esigenze della giustizia? Potrebbe 
sembrare che siano due realtà che si contraddicono; in realtà non 
è così, perché è proprio la misericordia di Dio che porta a 
compimento la vera giustizia.
Ma di quale giustizia si tratta?
». 


La spiegazione che ne è seguita ha messo in luce che la giustizia divina è altra cosa da quella terrena, visto che non ci sono tribunali, magistrati, leggi, pene secondo il principio
«che a 
ciascuno deve essere dato ciò che gli è dovuto». Si tratta però di una strada che non porta alla «vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente lo 
argina. E’ invece solo rispondendo ad esso con il bene che il 
male può essere veramente vinto». Si tratta, dunque, della conversione del malvagio, appellandosi alla sua coscienza. “In questo 
modo, finalmente ravveduto e riconoscendo il proprio torto, egli 
può aprirsi al perdono che la parte lesa gli sta offrendo”. Naturalmente si tratta di un percorso tortuoso e difficile. «Richiede che chi ha subìto 
il torto sia pronto a perdonare e desideri la salvezza e il bene 
di chi lo ha offeso. Ma solo così la giustizia può trionfare, 
perché, se il colpevole riconosce il male fatto e smette di 
farlo, ecco che il male non c’è più, e colui che era ingiusto 
diventa giusto, perché perdonato e aiutato a ritrovare la via del 
bene. E qui c’ entra proprio il perdono e la misericordia».
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