Vitalizi, rimborsi a mille parlamentari: arretrati e rivalutazioni compresi. Via i tagli di Conte

Niente sequestro per Chisso, coinvolto nello scandalo Mose

Vitalizi, rimborsi a mille parlamentari: arretrati e rivalutazioni compresi. Via i tagli di Conte
di Alda Vanzan
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Martedì 30 Aprile 2024, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 13:44

Renato Chisso, l’ex assessore regionale ai Trasporti della Regione del Veneto, arrestato nel 2014 nello scandalo del Mose, riavrà il suo vitalizio. Non tutto, ma per circa quattro quinti, sì. Arretrati e rivalutazioni compresi. Merito del suo avvocato, il bellunese Maurizio Paniz, già deputato della Repubblica per tre legislature, che, per inciso, è riuscito a far cancellare anche i tagli ai vitalizi ai suoi ex colleghi parlamentari, 350 senatori e 650 deputati. Qui la magistratura non c’entra, correva l’anno 2018, presidente del consiglio dei ministri era Giuseppe Conte del M5s. Sei anni dopo, il colpo di spugna. E gli arretrati da restituire.

Chisso riavrà il vitalizio

Partiamo da Chisso. Il 4 giugno 2014 scoppia lo scandalo del Mose, ci sono arresti e arrestati illustri. Tra questi, con l’accusa di corruzione, l’assessore regionale di Forza Italia Renato Chisso. Sconterà una pena di due anni e 22 giorni tra carcere a Pisa e domiciliari. Nel patteggiamento viene inserita la confisca di due milioni di euro. Ed è in virtù di quella disposizione che sei anni dopo, il 21 settembre 2022, i militari del nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Venezia bussano in Regione e trasformano in fatto l’ordine di confisca di 332.287 euro nei confronti dell’ex assessore. Soldi che il consiglio regionale avrebbe dovuto dargli come vitalizio e che l’ex assessore non vede: tutto confiscato. Adesso quei soldi dovranno essergli restituiti. Spiega Paniz: «Quando Chisso è venuto a parlarmi del fatto che non aveva un centesimo, ho detto: ma come, hai diritto alla quota parte del vitalizio! La Cassazione ripetutamente e la Corte costituzionale, anche accogliendo dei miei ricorsi, hanno stabilito che il vitalizio, sia nazionale che regionale, è un trattamento pensionistico. Ed essendo un trattamento pensionistico maturato a seguito della corresponsione della quota parte dei contributi versati dal lavoratore, il lavoratore stesso ha diritto ad averne una parte. Il sequestro totale era inconcepibile». È così che Paniz fa ricorso al giudice dell’esecuzione del tribunale di Venezia e il giudice delle indagini preliminari, la dottoressa Daniela Defazio, il 27 febbraio scorso, lo accoglie, riforma l’ordinanza del 12 giugno 2023 e dispone che il vitalizio dovuto dalla Regione Veneto a Renato Chisso sia sequestrabile e confiscabile nei limiti stabiliti dall’articolo 545, comma 7, del codice di procedura civile. In pratica, solo un quinto del vitalizio, se non meno, è confiscabile. La Regione non ha ancora restituito i soldi al suo ex assessore, ma è questione di poco tempo. Di quanti soldi stiamo parlando? Per gli arretrati - dice Paniz - «qualche centinaia di migliaia di euro, più gli interessi, la rivalutazione e ovviamente il vitalizio mensile per la quota non suscettibile di sequestro». È il primo caso in Italia, rimarca l’avvocato, di vitalizio sequestrato e restituito.

E facilmente altri, come ad esempio l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, potranno fare altrettanto.

Gli altri ricorsi

Per quanto riguarda i vitalizi dei parlamentari, il taglio era stato disposto nel 2018 dagli uffici di presidenza della Camera e del Senato che, sulla forte spinta del M5s, avevano applicato il sistema contributivo. Una riforma che al Senato era passata senza i voti di Forza Italia, Partito Democratico e Fratelli d'Italia che al momento del voto erano usciti, favorevole invece, con il M5s, la Lega. Sei anni dopo si scopre che quei tagli sono stati tagliati, circa mille gli ex parlamentari che si sono affidati a Paniz. «Venne detto - rimarca Paniz - che si trattava di un adeguamento al sistema contributivo, ma era solo uno specchietto per le allodole, tanto che lo stesso Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps e oggi candidato alle Europee con il M5s, smentì quella affermazione». Circa mille i ricorsi presentati da Paniz per conto di 350 senatori e 650 deputati con procedimenti tortuosi e lunghi tra primo grado, secondo grado, ricorsi alla Corte costituzionale. Com’è finita? «Per tutti gli ex senatori quel taglio è stato dichiarato totalmente illegittimo e hanno recuperato tutto, compresi gli arretrati». Una prima sentenza c’è stata nel 2020, nel 2021 una sentenza parziale del secondo grado, nel 2022 l’approdo in Corte costituzionale e all’inizio del 2023 la sentenza definitiva che - puntualizza Paniz - non è stata ulteriormente impugnata. Per quanto riguarda la Camera, fino ad oggi sono state emesse delle sentenze parziali per cui circa il 40 per cento degli ex deputati ha ricevuto tutto, un altro 30 per cento ha ricevuto una parte dei vitalizi che erano stati decurtati e il rimanente 30 per cento - dopo la discussione dello scorso 31 gennaio - è in attesa di sentenza. «Ho fatto ricorso anche per una ventina di ex parlamentari europei il cui vitalizio all’epoca dipendeva dalle condizioni dei singoli Stati: in questo caso il Parlamento Europeo ha dovuto pagare le spese di entrambi i gradi di giudizio». 

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