L’Unione europea si avvia a lanciare una delle più importanti operazioni congiunte della storia e l’Italia è in prima fila. Una missione militare “forte”, allargata e il più possibile partecipata nel Mar Rosso che da settimane continua ad essere tempestato dagli attacchi degli Houthi. La proposta sarà sul tavolo del Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea di oggi. L’obiettivo di Bruxelles è approvare in via definitiva la missione nella riunione dei ministri degli Esteri del 19 febbraio. Missione Aspis, questo il nome ufficiale. Sono Italia, Francia e Germania i principali fautori della proposta. I tre stati europei in un documento che presenteranno al Consiglio Affari Esteri di questa mattina, scrivono: «Data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l'Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo. La missione sarà in linea con la Convenzione Onu sul diritti del mare e sarà difensiva», si legge nel testo, che sottolinea «l'importanza di usare le strutture e le capacità già esistenti” in particolare della missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz. Come riportato dal il Corriere della Sera, si ipotizza un’operazione in base all’articolo 44 del Trattato, che prevede che il Consiglio possa affidare la realizzazione di una missione “a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione», in coordinamento con l’Alto rappresentante Ue.
Di cosa si tratterà per l’Italia
«Serve una missione larga, sarà difensiva ma sarà una difesa armata», ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo il quale «non possiamo costringere i mercantili a fare il periplo».
Cosa farà la missione
Una missione che avrà una matrice di base difensiva a differenza dell'operazione Prosperity Guardian lanciata contro gli Houthi da Usa e Regno Unito, con la quale però l'Ue avrà una qualche forma di coordinamento. Il numero di Paesi che invierà navi da guerra non è ancora chiaro, e resta da vedere se alcuni di loro sceglieranno di usare per la nuova missione le imbarcazioni inviate per l'operazione Agenor, che vede tra i partecipanti anche l'Italia.
Quanto all’area geografica di competenza di Aspis, all’inizio le opzioni erano due: limitare l’ambito di intervento al Mar Rosso, o considerare una copertura fino al Golfo Persico. Con il passare delle ore ha preso forza l’idea proposta dall’Italia di una continuità con Agenor, quindi dallo Stretto di Hormuz fino al Mar Rosso. Adottando questo schema tra l’altro si potrebbe utilizzare il quartier generale della forza basato ad Abu Dhabi, mentre il quartier generale operativo dovrebbe essere in Europa. Tra i posti “papabili” c’è anche l’Italia. L’Europa è dunque chiamata a prendere una decisione. E a farlo in tempi stretti, mentre i prezzi del trasporto marittimo continuano a crescere vertiginosamente.