Un’audizione per pochi intimi, insolita e senza domande, e che ha fatto arrabbiare (e non poco) chi alla Camera dei deputati quell’audizione l’ha convocata: «Mi sembra che non facciamo una bella figura né nei confronti di chi chiamiamo né di chi ci guarda». Le parole del presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin, che ieri a mezzogiorno ha chiamato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti a parlare del dl Aiuti davanti alla quinta commissione Bilancio, tesoro e programmazione, e alla sesta Finanze, esprimono tutta l’amarezza di chi si è trovato di fronte alle tante assenze e alle bocche cucite dei deputati.
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Già, sala deserta e zero domande, nonostante l’importanza del tema dell’audizione trasmessa in diretta sul canale satellitare della Camera: misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina.
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La reazione
Il presidente della commissione Finanze, evidentemente contrariato, alla fine dell’intervento durato 15 minuti del ministro dello Sviluppo economico ha preso l’impegno «di rivedere in senso ancor più restrittivo le audizioni nei provvedimenti di cui saremo responsabili - ha detto Marattin -. Ringrazio molto il ministro Giorgetti e mi scuso per quanto accaduto. I deputati hanno pieno diritto di fare oppure non fare domande, ci mancherebbe altro, ma non penso ci facciamo una bella figura a chiamare un ministro in audizione e poi non fargli neanche una domanda».
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Caro energia
E pensare che il tema dell’audizione del ministro Giorgetti davanti alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, il caro energia, tocca le tasche di tutti gli italiani. «Evitare che il Paese torni in recessione è un obiettivo irrinunciabile - ha detto ieri Giorgetti -. Per questo il governo è intervenuto a sostegno delle imprese con il decreto Aiuti ed è pronto a intervenire di nuovo, tempestivamente, nel caso in cui il contesto macroeconomico peggiorasse ulteriormente».
Giorgetti ha individuato «gli spazi finanziari indispensabili per supportare il sistema delle imprese sottoposto a un duplice stress: quello causato dal forte innalzamento dei costi delle materie prime e dei semilavorati, oltre che dalle difficoltà di approvvigionamento degli stessi, e quello derivante dalla condizione di incertezza generale che, oltre a frenare la propensione al consumo, specie dei beni durevoli, non agevola le imprese nel programmare gli investimenti produttivi in un arco temporale di medio-lungo periodo».
Obiettivo strategico per evitare che il Paese ritorni in recessione che, per Giorgetti, si raggiunge «continuando a perseguire politiche a sostegno dell’offerta del sistema produttivo e, in particolare, degli investimenti privati, che hanno avuto un ruolo determinante nella fase espansiva che il Pil ha registrato nel 2021».