Elezioni europee, Salvini: «Io non in lista? Faccio già il ministro». E sfida i colonnelli leghisti

Quasi un Matteo contro tutti in vista delle Europee, che sa tanto di all-in per chi appena cinque anni fa toccò l’apice del suo consenso proprio nella corsa a Strasburgo e Bruxelles

Elezoni europee, Salvini: «Io non in lista? Faccio già il ministro». E sfida i colonnelli leghisti
di Francesco Malfetano
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Martedì 30 Aprile 2024, 06:00

Che il pratone di Pontida non appaia più verde come lo era un tempo lo testimonia anche il fatto che mentre la Lega porta a Montecitorio l’agognato ddl sull’Autonomia differenziata, Matteo Salvini se ne sta a Milano. Per di più, ironia della sorte (o forse no?), in una caserma. Per l’esattezza quella dove l’attuale ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, già militante della Lega di Umberto Bossi, nel 1995 rese il suo servizio militare. Ed è proprio dalla caserma di Montello in attesa di diventare centro operativo della polizia milanese che Salvini prosegue il suo corpo a corpo con il partito, con gli alleati e con le opposizioni. Quasi un Matteo contro tutti in vista delle Europee, che sa tanto di all-in per chi appena cinque anni fa toccò l’apice del suo consenso proprio nella corsa a Strasburgo e Bruxelles.

LA CANDIDATURA

In primis contro chi lo avrebbe voluto in campo per una sfida alla pari da candidato capolista con Giorgia Meloni e Antonio Tajani. «Faccio il ministro, mi occupo di treni, di codice della strada, di case e del piano casa, di porti e aeroporti - ha però spiegato ieri, rivendicato anche l’assenza alla convetion FdI di Pescara per stare con i figli - Ho 18 ore al giorno per occuparmi di questo. Poi, ovviamente, farò campagna elettorale, ma non me la sentivo di farlo da candidato». E poi, soprattutto, contro i tanti colonnelli leghisti che dopo le prime contestate uscite del generale Roberto Vannacci, si sono scagliati contro la sua candidatura da capolista nella circoscrizione dell’Italia centrale e, non da frontrunner, negli altri quattro segmenti elettorali che compongono lo Stivale. Dai governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, alle varie anime del Carroccio presenti in Parlamento come Riccardo Molinari e Gian Marco Centinaio, e via in un lungo elenco di coloro che negli ultimi giorni hanno contestato la scelta del Capitano.

Un coro che cresce, al di là della notorietà delle prime linee leghiste, soprattutto sul territorio, con veneti, friulani, lombardi e piemontesi che ormai ribollono a dir poco. Al punto che la difesa del generale Vannacci dopo le dichiarazioni sulle classi separate per gli alunni disabili è suonata come una presa di posizione netta da parte di Salvini, per quanto ne sottolinei la distanza da alcuni dei valori del Carroccio. «Penso che le parole del generale Vannacci siano state ampiamente travisate» è infatti l’intervento del ministro che, a margine della visita milanese, rimarca però la posizione della Lega sul tema: «Aiutare tutti senza escludere nessuno» ha scandito.

LA PRESENTAZIONE

Dal canto suo Vannacci che, sull’onda lunga di “Giorgia”, ora non esclude di presentarsi con un “Generale” sulla scheda («Perché no, ci sto pensando»), ha già derubricato tutto a beghe del partito che ne ospita la candidatura. «Giorgetti? Diatribe interne al partito che reputo più che legittime ma che non mi interessano. Lasciamo che si esprimano i cittadini, quello conta».

Il generale, ormai incensato come candidato indipendente dallo stesso Salvini, si aspetta quindi la sua vera legittimazione alle urne. «È normale che chi ha militato per tanti anni in un partito veda con scetticismo una persona che, dall'oggi al domani, entra a farne parte anche con tanti consensi e viene vista come usurpatrice» ha detto ieri al canale YouTube di Hoara Borselli, ribadendo che alla fine saranno «gli elettori a scrivere il nome sulla scheda a stabilire chi aveva ragione». Se Salvini, o tutti gli altri. Del resto il leader del Carroccio è già pronto rilanciare: oggi a Roma, alle 15, al Tempio di Adriano presenterà il suo nuovo libro Controvento proprio assieme a Vannacci.

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