Sergio Solli, attore napoletano di 75 anni, è morto. Ad annunciare la scomparsa Bruno Garofalo, scenografo di Eduardo De Filippo: «Notizia triste per me e per chi lo conosceva. Se n'è andato un altro pezzo di storia napoletana, un amico delle origini. Non mi viene voglio di dire altro», ha scritto sui social. Simbolo dell'epoca d'oro della commedia e della drammaturgia napoletana, è stato scoperto da Eduardo e con lui ha lavorato nell'ultima parte di carriera.
La carriera
Prima di iniziare la carriera nel teatro, Sergio Solli era un parrucchiere.
Morto Solli, il ricordo di Vincenzo Salemme
Vincenzo Salemme ha scritto un post su Facebook per ricordare l'amico Sergio Solli: «Ti ho conosciuto quando avevo appena compiuto 18 anni, tu ne avevi 27. Con la tua giacca di velluto blu e una vivacità straripante portavi in dote la leggenda Eduardiana giunta al suo apice mondiale negli anni 70. Eduardo ti aveva affidato il ruolo del giovane violinista un paio di anni prima in una commedia molto particolare, “Il Monumento”. Avevi avuto molto successo. Eduardo ti stimava molto, tu lo amavi tantissimo. E grazie a te ho avuto il privilegio di lavorare anch’io con quel gigante. Ti ho voluto bene per la passione con cui hai lavorato sempre, per l’amore che hai saputo regalare agli amici e alle amiche. Per tutte e tutti noi eri Sergio. Sergio che, instancabile, organizzava le comitive, i sabati a piazza Amedeo. Te ne sei andato via in silenzio, forse stanco o forse un po’ deluso dalla vita, dalla quale, forse, ti aspettavi di più. Te ne vai e ti porti via per sempre tutte le voci, le parole e le emozioni che hanno segnato il mio incontro con il teatro che sognavo. Ti porti via un milione di cappuccini bevuti quando il resto del mondo si siede per pranzo, un milione di partite a carte in camerini fumosi o in camere d’albergo, un milione di risate che ci facevi fare con i tuoi racconti. Ti porti via per sempre le voci di Linda Moretti, di Mario Scarpetta, di Luca De Filippo. Mi lasci ancora, però, l’odore, il sapore e le lacrime dei ricordi. Sono così vivi in me che posso ancora vederli. Addirittura riesco ancora a sentirne il tatto. Addio, carissimo Sergio»