Mosca, giallo in pista si schianta con l'aereo il capo della Total

Mosca, giallo in pista si schianta con l'aereo il capo della Total
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Mercoledì 22 Ottobre 2014, 06:08
IL PERSONAGGIO
PARIGI Per i centomila dipendenti di Total era Big Moustache, un paio di desueti baffoni che nascondevano Christophe de Margerie, il Presidente e Amministratore delegato del colosso petrolifero numero uno in Europa. Il più carismatico e influente dei patron francesi è morto la notte scorsa sulla pista tre dell'aeroporto di Vnukovo, uno dei tre scali internazionali di Mosca. Il suo Falcon-50, su cui viaggiava solo con tre membri dell'equipaggio, ha sfiorato con il carrello, al decollo, uno spazzaneve che manovrava nella nebbia per sgomberare la pista dopo la nevicata di qualche ora prima. Il jet si è rovesciato, ha preso fuoco e si è schiantato sull'erba, senza lasciare scampo ai suoi occupanti. Patron atipico per la libertà di tono e l'abilità di negoziatore, il viso paffuto e le camicie a collo inglese di de Margerie erano note tanto ai capi di Stato di mezzo mondo quanto al pubblico.
A Mosca, aveva appena partecipato a un Forum di investitori stranieri. Da mesi continuava a pronunciarsi contro le sanzioni europee alla Russia, ma lunedì sera, prima di un'ultima chiacchierata con il premier Dmitri Medvedev nella sua dacia, aveva chiesto ai dirigenti russi di «correggere la situazione» in Ucraina. Considerato «un amico di Mosca» de Margerie continuava a difendere gli investimenti in Russia che Total punta a fare la sua principale zona di produzione entro il 2020.
QUARANT'ANNI NEL GRUPPO
Di questo, non si faceva scrupolo di parlare anche ai dirigenti francesi. Anche con François Hollande, che vedeva regolarmente all'Eliseo, e che ieri ha salutato una «personalità originale» che «sapeva difendere con talento l'eccellenza e il successo della tecnologia francese all'estero». A Mosca, Putin ha dichiarato di aver perso «un vero amico» della Russia. Madre discendente della famiglia Taittinger (lusso e Champagne), padre di dinastia di ambasciatori, de Margerie era entrato in Total nel '74, in piena crisi petrolifera, «perché l'ufficio si trovava a due passi da casa». All'epoca, i parenti gli profetizzarono che Total «avrebbe chiuso dopo qualche mese».
Responsabile per il Medio Oriente nel '92, poi Direttore generale nel 2007 e Ceo dal 2010, «Big Moustache» era diventato il difensore instancabile di un gruppo tanto potente (189,5 miliardi di euro di fatturato nel 2013) quanto contestato, passato attraverso catastrofi e scandali: il naufragio dell'Erika nel '99, l'esplosione della fabbrica AZF a Tolosa nel 2001, l'affaire «petrolio contro cibo» in Iraq (quando fu posto in stato di fermo per 48 ore con il sospetto di aver versato commissioni per aggirare il programma Onu), gli investimenti nella Birmania della giunta militare, le ricorrenti polemiche sul fatto che il gruppo dagli utili record, non paga la tassa sulle società in Francia, dove le sue attività sono in deficit.
LA SUCCESSIONE
Per la sua successione (ieri Total ha osservato un minuto di silenzio in tutte le sedi del mondo) il gruppo ha assicurato, per bocca del segretario generale «di essere organizzato per far fronte al tragico evento». A Mosca, l'inchiesta dovrà stabilire le responsabilità dell'incidente. Secondo i primi risultati, la direzione potrebbe essere colpevole di «negligenza criminale» per non aver saputo coordinare il personale. Accusato di essere ubriaco, il manovratore dello spazzaneve all'origine dello schianto, uscito indenne dall'incidente, ha fatto sapere attraverso il suo avvocato di non poter toccare alcol per un problema cardiaco.
Francesca Pierantozzi
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