Lo “Stato catalano” piace solo a 1 italiano su 3 ma la maggioranza boccia l’uso della forza

Lo “Stato catalano” piace solo a 1 italiano su 3 ma la maggioranza boccia l’uso della forza
di Enzo Risso*
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Martedì 10 Ottobre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 08:04

Freddi e scettici verso la battaglia per l’indipendenza che stanno conducendo i catalani, gli italiani sono decisamente allibiti e contrariati dal comportamento e dalle scelte del governo Rajoy. Gli avvenimenti spagnoli di questi giorni stanno scuotendo le coscienze dell’opinione pubblica nazionale. L’attenzione verso la mobilitazione indipendentista della principale regione spagnola si è accesa nel corso degli ultimi giorni. Le posizioni e le opinioni della maggioranza del Paese sono contrassegnate da una forte indecisione. Solo un terzo degli italiani è schierato a favore dell’indipendenza della regione di Barcellona. Favorevoli al distacco sono, soprattutto, gli elettori dei Cinquestelle (53%) e quelli della Leganord (51%), Più freddi gli elettori del Pd (21% di favorevoli). Da un punto di vista generazionale l’ipotesi di fuoriuscita piace alle persone più anziane (38%), mentre molto più distanti da questo progetto sono i Millennials, i giovani under 24 anni (27%). I ceti medio bassi, invece, sono marcatamente indipendentisti (42%), mentre un po’ più distaccati appaiono le persone che appartengono al ceto medio (32%).

UNA STRATEGIA SBAGLIATA
Se una minoranza d’italiani è schierata a favore dell’indipendenza della Catalogna, le scelte e l’atteggiamento del governo spagnolo compattano l’opinione pubblica. Per il 52% dei cittadini del nostro Paese il governo Rajoy ha scelto una linea autoritaria e repressiva. Una strategia giudicata sbagliata agli elettori della Leganord (58%), di Forza Italia (74%), del Pd (52%) e dei Cinquestelle (63%). Una posizione netta e diffusa, con solo il 6% degli italiani che approva completamente e senza dubbi l’operato e le scelte del governo di Madrid. Nell’opinione pubblica nazionale il sentimento che si va diffondendo è quello di un evidente fastidio verso l’opzione repressiva, ritenuta non degne di un Paese democratico come la Spagna. Per gli italiani, infatti, le pulsioni indipendentiste, anche se non condivisibili, debbono essere affrontate con il dialogo e non con il ricorso alla forza. Una strategia ritenuta miope, che non conduce ad alcuna possibile soluzione, ma serve solo ad esacerbare gli animi e a chiudere possibili mediazioni. Il 52% dei cittadini del nostro Paese, non a caso, ritiene che Rajoy abbia fatto male a vietare il referendum. Questa quota si suddivide in due distinti filoni. Il 29% ritiene che ogni popolo abbia il diritto democratico di esprimersi sulla permanenza all’interno di un consesso nazionale (un diritto negato solo dal 7% dell’opinione pubblica nazionale). Un altro 23% mette l’accetto sulla necessità di sviluppare una trattativa post referendum, senza scaldare ulteriormente gli animi e lo scontro.

PARTITI E CETI SOCIALI
Contro la scelta di Rajoy e a favore della linea della trattativa sono schierati sia gli elettori di Salvini (65%), sia, con ancor più determinazione, quelli di Berlusconi (68%). Analoga posizione hanno i grillini (65%) e gli indecisi (51%), mentre gli elettori del Pd pendono, maggioritariamente, a favore dell’indissolubilità degli stati. Su posizioni di netta condanna della soluzione repressiva si collocano i giovani (55%) e le persone che appartengono ai ceti medio bassi, mentre la middle class vanta tra le sue fila il maggior numero di persone contrarie ad ogni costo alle politiche di frazionamento degli stati nazionali.

*Direttore scientifico di SWG

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