«L'elicottero doveva alzarsi in volo solo per le urgenze, per una tibia rotta persi i nostri specialisti»

«L'elicottero doveva alzarsi in volo solo per le urgenze, per una tibia rotta persi i nostri specialisti»
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Mercoledì 25 Gennaio 2017, 00:05
dal nostro inviato Angelo De Nicola
L’AQUILA «Era proprio necessario mobilitare un elicottero, con cinque unità specializzate a bordo, per portare soccorso a uno sciatore con una gamba fratturata?». Era questo l’interrogativo che serpeggiava, con amarezza, tra i tanti soccorritori al campo base allestito lungo la Statale 699 della Piana di Campo Felice. Commenti a mezza bocca, amari, rabbiosi di chi ha dovuto soccorrere colleghi con i quali ha condiviso tante azioni, a volte di grande coraggio, come è accaduto per le vittime Walter Bucci e Davide De Carolis, due dei molti eroi di Rigopiano che, ironia della sorte, avevano cambiato il turno all’ultimo momento con due colleghi. Non dovevano essere, ieri mattina, sull’elicottero della morte.

Non le manda a dire, invece, Americo Scarsella, medico del 118 dell’Aquila: «Gli elicotteri devono alzarsi soltanto in casi di estrema emergenza, non per una frattura di una tibia. E bene che finalmente i gestori delle stazioni sciistiche si dotino di ambulanze per trasportare in ospedale, nel più breve tempo possibile, gli sciatori che restano feriti sulle piste».

Stazioni sciistiche sotto accusa, dunque, anche per gli elevati costi che l’elisoccorso comporta ad ogni “uscita”. «Se abbiamo chiesto noi l’elicottero? No, non tocca a noi decidere. Abbiamo richiesto un intervento. Poi decide la sala operativa del 118» replica Gennarino Di Stefano, direttore di Campo Felice. «L’intervento dell’elisoccorso - conferma Andrea Lallini, gestore della stazione - è stato richiesto dal medico che ha visitato il signor Palanca nell’infermeria degli impianti. Lo sciatore romano è stato soccorso sulle piste da personale del primo intervento che lo ha portato a valle in barella e qui è stato visitato dal medico nell’infermeria degli impianti. Il medico ha ritenuto opportuno, viste le gravi fratture, di chiamare l’elicottero. Il pilota ha ritenuto che ci fossero le condizioni di sicurezza ed è atterrato. Abbiamo seguito la procedura standard che si segue in questi casi».

IL RUOLO DEL PILOTA
L’ultima parola in caso di problematiche legate soprattutto alle condizioni del tempo spetta al pilota: lo conferma Gino Bianchi, direttore della Centrale del 118 dell’Aquila che ha competenza su tutta la provincia: «Attenzione a fare facili polemiche - spiega Bianchi che ieri è stato ascoltato a lungo dagli inquirenti - il tempo di percorrenza tra l’ospedale dell’Aquila e Campo Felice, per esempio, è di 50 minuti. Spiegate voi al genitore di un bambino che ci vuole tutto questo tempo per soccorrere il loro pargolo ferito! È chiaro che il quarto d’ora che impiega l’elicottero diventa un servizio decisivo».

Sul piede di guerra anche il Conapo, il sindacato dei vigili del fuoco che da mesi sostiene che i pompieri potrebbero garantire il servizio di elisoccorso in Abruzzo al posto del privato ad almeno la metà dei costi. «Ma c’è un ulteriore paradosso - dice la segreteria provinciale aquilana del Conapo -: la recente legge regionale abruzzese impone a chi è negligente, come chi va in montagna in ciabatte, di pagarsi il servizio di elisoccorso. Ebbene, basta chiamare invece che il 118 (garantito da privati), il 115 dei vigili del fuoco (servizio statale) e noi siamo obbligati a farlo gratis, pena l’omissione di soccorso».
 
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