La sfida dei Dear Jack: di nuovo a Sanremo

La sfida dei Dear Jack: di nuovo a Sanremo
di Marco Molendini
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- Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 15:36
L'anno scorso, di questi tempi, i Dear Jack partivano per Sanremo spinti dal vento dei pronostici. Non hanno vinto (son finiti settimi), bruciati da un'altra creatura nazionalpopolare che all'Ariston è esplosa, il Volo. Eccoli, ora, affrontare la stessa spedizione, forse con meno aspirazioni ma con la voglia di misurare quanto resta della popolarità, una sbornia da successo, guadagnata ad Amici, ormai quasi due anni fa. Sulla strada hanno trovato la novità del nuovo innesto in organico, al posto del transfuga Alessio Bernabei, che ha scelto la carriera solista, guardacaso anche lui pronto a salire sul palco festivaliero. Insomma, sarà un bel confrontarsi a distanza ravvicinata, magari con qualche conto in sospeso. 

LA DIVISIONE
«I rapporti con Alessio sono tranquilli - assicurano i ragazzi -. Abbiamo condiviso tante cose, quando ci incontriamo ci salutiamo e ci abbracciamo. Certo, sarà molto strano rivederlo a Sanremo da solo, ma non ci sentiremo in competizione». Destino vuole che, almeno in parte, il loro pubblico sarà costretto a dividersi (inevitabile, soprattutto, una diaspora dei tifosi del talent di Maria De Filippi). Comunque, il nuovo arrivato, Leiner Riflessi, diciottenne di origini colombiane lanciato da X Factor, non cambia molto nelle dinamiche della formazione. Tanto più che il pezzo con cui i Dear Jack bissano Sanremo, Mezzo respiro, è una canzone senza sorprese, che parla d'amore nel modo più semplice possibile, senza nessun volo: «Si, è una canzone d'amore - si difendono - ma contiene un messaggio che vale per tutti: le pagine della vita non vanno strappate, ma solo voltate raccogliendo il buono che ciascuna esperienza. D'amore poi scrivono e cantano in tanti, da Tiziano Ferro a Jovanotti, ai Modà. E il linguaggio che meglio racconta l'animo delle persone». Nessuna sorpresa, dunque. Eppure sono pronti a sostenere che, invece, «cambia tantissimo, per quello che riusciamo a trasmettere e quello che sentiamo. Lele ci ha portato in dote tantissimo». Fiducia piena, insomma. Con l'aggiunta di una buona dose di prudenza sul fronte delle attese: «Previsioni è inutile starne a fare. Comunque più che alla vittoria puntiamo a sorridere senza problemi».
Sicuramente più curiosa è la scelta della cover da cantare il giovedì, la spiritosa Non ti fidar, del Quartetto Cetra. «Una delle nostre passioni è arrangiare pezzi storici. E così faremo anche con questa, suonata a modo nostro su un tempo shuffle con innesti rock». A proposito, nella settimana festivaliera, ci saranno anche i Pooh che festeggiano i loro cinquant'anni, un riferimento estetico chiaro per i Dear Jack: «Nei nostri concerti abbiamo anche suonato alcuni loro pezzi, tra cui Pensiero. E poi ci sono vicinissimi nel modo di intendere le dinamiche della band e per il modo in cui hanno reagito ai momenti di crisi, seguiti all'abbandono di qualche membro del gruppo. Ci piacciono tanto e andremo a vederli nei loro concerti degli stadi, quest'estate».

BLITZ
Subito dopo il blitz all'Ariston comincerà il nuovo lavoro sull'album, che ha lo stesso titolo della canzone in gara, Mezzo respiro: «Il 16 marzo ci aspetta una data all'Alcatraz di Milano. Poi il progetto è suonare il più possibile in tutt'Italia per ritrovare i nostri fan. Il tour sarà preceduto da un viaggio di presentazione nelle librerie, specialità di cui siamo dei veri e propri specialisti, l'anno scorso ne abbiamo fatte 70, e addirittura 52 nello spazio di soli tre mesi». Evidente la voglia di tastare il polso del pubblico, per capire quanto distacco abbia provocato il passare del tempo: «Lo sappiamo, il pubblico è rimasto tantissimo e la conferma ci viene da qualsiasi evento a cui partecipiamo. Anche a Sanremo, ci hanno detto, che i fan sono già pronti ad accoglierci numerosi». Non resta, allora, che andare a vedere. Con una consapevolezza: «L'anno scorso siamo arrivati sull'onda pazzesca di Amici, all'apice di quello che possiamo chiamare il nostro primo periodo. Ora è il momento della seconda fase, quella dell'autonomia da quel successo, della scelta di mettersi in gioco».
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