Akinfenwa & Co, se l'atleta è oversize:
ecco gli sportivi grassi e vincenti

Akinfenwa & Co, se l'atleta è oversize: ecco gli sportivi grassi e vincenti
di Giulia Aubry
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Martedì 22 Luglio 2014, 19:04 - Ultimo aggiornamento: 21:35

L’ultimo in ordine di apparizione stato Adebayo Akinfenwa, attaccante trentaduenne “di peso” dell’AFC Wimbledon, club di quarta divisione inglese. Alto circa 1.80, il giocatore britannico di origine nigeriana pesa oltre 100 chili (101 stando ai giornali sportivi inglesi) per un indice di massa corporea che, secondo i parametri dell’Organizzazione Mondiale della Sanit, lo inserisce nella categoria degli obesi. Nonostante ciò Akinfenwa non solo non fatica a salire le scale di casa, ma riesce a giocare tutti i 90 minuti di una partita di calcio e ha segnato, nella sua carriera da professionista, 100 gol. Un numero che evidentemente deve essergli molto caro. Il web è recentemente impazzito per lui dopo che, durante una partita amichevole, ha mandato in confusione addirittura la difesa del Chelsea allenato da Mourinho. Ma in Inghilterra Akinfenwa ha, già da molto tempo, una schiera di affezionati fan che seguono il suo motto personale: Beast mode on, come dire modalità bestia attivata. Un modo per scherzare sulle sue dimensioni e sul suo modo di giocare, non proprio convenzionale.

Prima di lui a far parlare per le sue curve un po’ troppo abbondanti è stata la rivelazione del Roland Garros 2014, Taylor Townsend, diciottenne statunitense, alta 1.68 per 80 chilogrammi, agli antipodi delle sue colleghe da copertina, altissime e magrissime come la Sharapova o la Ivanovic, solo per citarne alcune. A lei l’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrerebbe il cartellino giallo (e non rosso come per Akinfenwa) indicando un sovrappeso evidente, ma ancora non uno stato di obesità. Ciò non le ha però impedito di battere, nel Roland Garros, Alizee Cornet, che la precedeva di 184 posti in classifica, entrare nelle prime 150 del ranking mondiale, arrivare giovanissima al terzo turno del torneo parigino e ricevere i complimenti in un tweet da Andy Murray. Eppure, nonostante il suo talento, nel 2012 la USTA (Federazione Tennistica Statunitense) le aveva negato i rimborsi per le spese di viaggio e i iscrizione agli US Open fino a quando non avesse recuperato una migliore forma e, più recentemente, ha imposto alla giovane giocatrice allenamenti specifici per dimagrire. A difenderla è dovuta “scendere in campo” Serena Williams, anche lei spesso accusata di essere troppo pesante (1.75 per 70 chili e qualcosa). “Per una donna – ha dichiarato la tennista, che nella sua carriera ha vinto praticamente tutto e più volte - in particolare negli Stati Uniti, in particolare per un’afroamericana, non ha senso avere a che fare con cose simili. Le atlete hanno forme, taglie e colori della pelle diversi“.

C’è poi Felipe Monteiro Diogo detto Sodinha, 26enne brasiliano e centrocampista del Brescia alto 1 e 74 per 85 chili, dopo un picco a 88. Per lui è impazzito Gene Gnocchi che lo ha trasformato in un vero e proprio “inno all'anti-palestrato”. Sodinha utilizza una maglia larga e fuori dai pantaloncini perché non vuole evidenziare i fianchi (e la pancia), è dotato di grande forza e di un buon piede sinistro. Data la sua stazza rende meglio sui calci piazzati che sugli scatti brevi, ma ha la simpatia del sudamericano che ama godersi la vita e che sa farsi voler bene da tutti.

Nel basket europeo spicca per le sue dimensioni Sofoklis Schortsianitis, “centrone” (definirlo centro nel suo caso sarebbe davvero limitativo) di nazionalità greca (ma nato a Tiko in Camerun da padre ellenico e madre camerunense), in forza (è il caso di dirlo) al Maccabi Tel Aviv. “Sofocle” – soprannominato per le sue dimensioni "Big Sofo" o “Baby Shaq”, per la sua somiglianza con il grande giocatore NBA Shaquille O’Neal – è alto 2.08 e pesa quasi 160 chili, misure che lo collocano comunque nei “semplici” sovrappeso.

Decisamente in carne anche Marco Galiazzo e Michele Frangilli, medaglia d’oro nel tiro con l’arco a squadre alle ultime olimpiadi di Londra. Per loro manca il riscontro della bilancia, ma il colpo d’occhio sul giro vita sotto le magliette bianche (anche nel paragone con il loro, più snello, compagno di squadra Mauro Nespoli) è evidente. A loro discolpa c’è il fatto che si tratta di uno sport di “non grande” mobilità e che gli zuccheri aiutano la concentrazione e la rapidità di risposta cerebrale.

Molti sono gli atleti in sovrappeso nel Baseball e nel Football Americano. Tra questi ultimi come non ricordare uno dei più grandi di tutti, William Perry, grande defensive tackle di Chicago e Philadelphia negli anni Ottanta e Novanta, soprannominato “il frigorifero”.

E, soprattutto in chiusura di carriera, di questa categoria hanno fatto parte anche grandi campioni come i palloni d’oro Ronaldo e Maradona. Per Ronaldo si è trattato di una grave forma di ipertiroidismo che lo ha portato a pesare fino a 118 chili. Maradona è arrivato a pesarne oltre 100, con il suo appena 1 metro e 65 di altezza, ha dovuto sottoporsi a un’operazione di riduzione dell’intestino per non rischiare la salute.

Ma al di là di questi ultimi casi legati a condizioni di salute e personali molto delicate, l’atleta con la pancia finisce con l’esserci naturalmente più simpatico, più simile a noi, meno marziano rispetto ai vari Fabio Cannavaro o Cristiano Ronaldo che sembrano avere addominali scolpiti in ogni parte del corpo. Per questo, pur coscienti della necessità di tutelare la propria salute, non possiamo non sorridere e compiacerci guardando Adebayo Akinfenwa e Taylor Townsend, o pensare che un calcio di punizione alla Sodinha e una medaglia d’oro olimpica come Galiazzo e Frangilli, con un pò di buona volontà, potremmo ottenerli anche noi.

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