Tasi, Roma capitale delle tasse: stangata senza servizi, i contribuenti pagano il doppio rispetto alla media italiana

Tasi, Roma capitale delle tasse: stangata senza servizi, i contribuenti pagano il doppio rispetto alla media italiana
di Michele Di Branco
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Mercoledì 16 Aprile 2014, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 15:05
Prendete il cittadino romano medio. I dati della Ragioneria comunale lo indicano come un contribuente che dichiara un reddito lordo di 21.911 euro. Il suo netto in busta paga (tolte le trattenute Irpef locali e nazionali, e i contributi) è di 1.389 euro. Ebbene, se ci aggiungete anche quello che si prepara a versare sotto forma di Tasi e Tari nel corso del 2014, si tratta del contribuente in assoluto più torchiato del Paese. Il prototipo del tartassato d’Italia a giudizio di Confcommercio, secondo la quale un cittadino medio nelle stesse condizioni di una qualunque altra città viene sottoposto ad un prelievo complessivo di 478 euro, vale a dire circa la metà che a Roma.

A fine anno, infatti, il contribuente-tipo di Roma lascerà nelle casse del Campidoglio 918 euro. E cioè la somma dei 197 euro versati per onorare l’aliquota Irpef comunale dello 0,9 per cento; i 412 euro (in due rate) dovuti per la Tasi (tassa sui servizi indivisibili) nel caso in cui sia proprietario di una prima abitazione con una rendita catastale di 1.000 euro; e i 309 euro che dovrebbe versare in media per le rate Tari (la tassa sui rifiuti). Anche se su quest’ultima non ci sono certezze, considerato che il Comune potrebbe concedere esenzioni in favore dei redditi medi per compensare la cancellazione delle detrazioni fisse andate in pensione insieme all’Imu. Insomma, un salasso ricompensato per giunta da servizi unanimemente riconosciuti come i peggiori.



IL SALASSO

Chi oggi dichiara un reddito di 15 mila euro (sono in 500mila i contribuenti romani sotto questa soglia) pagherà 135 euro di Irpef locale. E tra Tasi e Tari dovrà aggiungere altri 450 euro. Totale: 585 euro. La progressività che caratterizza il meccanismo di prelievo Irpef produrrà effetti molto pesanti con il crescere del reddito. Con un reddito di 28 mila euro, si pagheranno 252 euro di Irpef locale. Cui vanno aggiunti non meno di 800 euro tra Tasi e Tari in quanto, secondo i numeri dell’Agenzia del Territorio, intorno a 30 mila euro di reddito la rendita catastale si aggira sui 1.200 euro. C’è poi il caso del dirigente gratificato da una retribuzione di 60 mila euro annui. Il suo netto mensile è 3.076 euro mentre l’annuale è di 39.992 euro. Per lui si tratterà di versare 540 euro di Irpef comunale. E con una casa di proprietà (ad esempio, un appartamento accatastato A/2 di 5 vani e 110 mq con una rendita di 1.600 euro) ci sarà da versare, tra Tasi e Tari, 990 euro. Per un totale di 1.530 euro.



IL CONFRONTO

Ma ciò non è sufficiente a descrivere la situazione della generalità dei romani. I quali, ad esempio, pagheranno in media 13 euro di Irpef comunale in più rispetto ai 184 euro di Napoli, Torino e Milano. E c’è da considerare che nel capoluogo lombardo il sindaco Pisapia, che ha già ridotto la Tasi sui redditi medio-bassi, esenta dall’Irpef i contribuenti sotto 15mila euro di reddito. Con il risultato che il 38% dei milanesi non paga un solo euro. A tremare, nella capitale, sono soprattutto 40 mila esercenti messi sotto la lente d’ingrandimento di Confcommercio. Se davvero in materia Tari la giunta capitolina applicherà il principio Ue «più inquini, più ti tasso», il passaggio dalla vecchia Tarsu al regime introdotto dalla legge di stabilità, potrebbe voler dire un aumento medio dei versamenti del 290%. Secondo l’indagine, la maggiorazione sarà di circa sei volte per i ristoranti, le trattorie e le pizzerie (+482%). Infatti, per queste tipologie la spesa annua calcolata per un'attività con una superficie media di 200 mq passerà da 802 euro a 4.674 euro. Ma la batosta maggiore sarà di quasi 7 volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una discoteca (+680%). Dall'analisi di Confcommercio emerge in particolare che per ortofrutta, pescherie, fiori e pizza al taglio (con superficie media di 100 mq) la spesa annua complessiva determinata dall'applicazione della Tari determinerà un passaggio da 401 a 3.008 euro da quest’anno. Per discoteche e night club (superficie media 200 mq) si passerà da 558 a 4.373 euro. Invece per bar, caffè e pasticceria l'incremento si attesterà al 314%. Un po’ meglio, si fa per dire, per negozi di abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie e ferramenta ai quali verrà applicato un aumento medio del 46%.



LE TARIFFE

Sul fronte tariffe c’è poi la questione Cosap, la tassa di occupazione di suolo pubblico: il Comune pensa ad aumenti tra il 30 e il 50% che si tradurrebbero in una tassa media annua intorno a 140 euro. In realtà un ritocco da cui si sarebbero potute ottenere più entrate. Poi c’è la tassa di soggiorno. Con gli aumenti in cantiere si arriverà a pagare 6 euro a notte per alloggiare negli hotel di lusso oppure 3 euro nelle strutture con due o una stella. Un intervento che, come segnalano gli albergatori, rischia di produrre un effetto depressivo sull’economia turistica.



Alla stangata si aggiunge anche quella sui parcheggi. Il nuovo piano generale del traffico urbano prevede infatti un aumento del costo delle strisce blu fino a tre euro l’ora non solo nel centro storico. Ma anche nei quartieri semicentrali della città e del litorale. Ovviamente non tutte le strade avranno parcheggi a prezzo massimo: le tariffe oscilleranno tra uno e tre euro l’ora a seconda delle strade, con costi più alti per le arterie commerciali e quelle interessate da alti volumi di traffico.
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