I vigili corrotti chiedevano "permesso" per i controlli

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Venerdì 17 Gennaio 2014, 11:51
Non solo preavvisavano i gestori di Malagrotta prima di effettuare i controlli, ma addirittura chiedevano il permesso per poter svolgere le verifiche.

È quanto emerge dall'informativa dei carabinieri del Noe sulla rete di vigili "spioni" che secondo gli investigatori avrebbe aiutato il ras dell’immondizia a superare indenne i blitz della polizia municipale del XVI gruppo, dopo gli esposti dei residenti della zona per la mancata copertura dei rifiuti prevista dalla legge.



CONSENSO

Oltre ad annunciare con anticipo i controlli, in modo da consentire ai gestori dell'impianto di dare una «parvenza di normalità» alle zone da perlustrare, i vigili in alcune occasioni addirittura avrebbero chiesto in anticipo agli uomini di Cerroni se "fosse possibile" procedere con le verifiche. L'11 agosto 2010 Pietro Giovi, uno dei fedelissimi di Cerroni, veniva contattato al telefono da un dipendente della discarica, che informava il superiore della presenza a Malagrotta di due vigilesse «che sono venute l'altra volta, le aveva accompagnate lei per fare un giro».



Le due poliziotte della municipale, riferisce il dipendente a Giovi, «chiedevano se era possibile fare un altro giro perché hanno avuto una segnalazione di movimenti che non sono quelli normali di copertura». Scrivono i carabinieri del Noe: «Andava stigmatizzato il fatto che i rappresentanti dell'organo di controllo chiedevano al gestore dell'impianto la possibilità di effettuare un controllo in sito» dato che ovviamente «l'attività di ispezione e verifica non necessita certamente di consensi da parte del gestore». Come già avvenuto in precedenza, anziché fare le fotografie per documentare la situazione al momento del controllo, gli agenti della municipale si spingevano a chiedere a chi gestiva la discarica di fornire le immagini.



FOTOGRAFIE

E ovviamente chi consegnava le foto aveva tutto l'interesse a mostrare immagini in cui le procedure di ricopertura dei rifiuti fossero in regola. Le foto poi venivano consegnate direttamente ai vigili. Dice sempre in una telefonata intercettata il dipendente dell'impianto, dopo che le due vigilesse: «So’ annate via! Hanno detto che per venerdì gli faccio lasciare un po’ di fotografie, sia della ricopertura che il rivestimento che stiamo a fa’ per la scarpata. Così chiudiamo questa pratica e non ci rompono più le scatole». Tutti i controlli andati a buon fine secondo i vigili, sarebbero passati inosservati se nello stesso periodo i carabinieri del Noe non avessero verificato l'inosservanza delle prescrizioni proprio in tema di ricopertura giornaliera dei rifiuti. Sulla rete dei vigili "amici" di Cerroni intanto si muove anche la politica. Marco Giudici, presidente della commissione trasparenza del Municipio XII (ex XVI), chiede spiegazioni: «Dalle intercettazioni emergono elementi inquietanti. Voglio sperare che quanto pubblicato non sia la punta di un iceberg di un sistema di controllo trasversale dell'edilizia e del commercio. A fare luce ci penserà la magistratura».