La torta, che comprende fondi europei, è grossa. «Devo trovare il modo per poter fare due soldi», dice Cerroni all’amico del Pd laziale Mario Di Carlo, poi deceduto. La storia è raccontata in una delle informative del Noe depositate agli atti dell’inchiesta che ha portato il patron della ”monnezza” ai domiciliari. Anche se, alla fine, i parlamentari coinvolti non voteranno il decreto che permetterà anche al Lazio di accedere ai fondi europei, sono in molti a riceverlo. Realacci, ad esempio, nel giugno 2008 lo chiama per conoscere meglio la vicenda. Realacci: «Ciao, eravamo rimasti d’accordo di provare a sentirci per incrociarci»; Cerroni: «Sì, benissimo, quando lo vogliamo fare? Vengo alla Camera?» . I due si vedono il 17 giugno in piazza di Pietra. Annotano i Carabinieri: «Alle ore 11.30 circa, giunti sul posto - si legge nell’informativa - veniva individuato Manlio Cerroni che attendeva all’entrata del bar convenuto. Dopo pochi minuti sopraggiungeva a piedi il deputato Ermete Realacci il quale si avviava verso Cerroni. Insieme entravano all’interno del bar e vi permanevano per circa 30 minuti».
Cerroni però si muove su più piani. L’11 giugno chiama anche Giuseppe Fioroni. Cerroni: «Tutto bene. No volevo soprattutto avere un tuo fax, io ti devo mandare dei documenti importanti che si riferiscono a Viterbo dopo che ho visto che cosa è successo a Napoli». Fioroni:«Perché non me lo mandi, Ma?». Il fax che detta Fioroni è quello della sede Pd di Sant’Andrea delle Fratte.
L’INCONTRO
Il 31 luglio Cerroni ottiene anche un incontro nella sede del Pd. Stando alla telefonata della segretaria della parlamentare Luciana Pedoto, alla riunione, che si è effettivamente svolta, dovevano partecipare anche Di Carlo e Francesco Ferrante (ex direttore generale di Legambiente) e lo stesso Fioroni. Il quale, però, ora chiarisce: «Non so veramente di cosa si stia parlando. Ho sempre parlato con coloro che avevano da esporre problemi».
LA FONDAZIONE
Parallelamente a questi incontri viaggiano le telefonate per il finanziamento della fondazione Sviluppo Sostenibile. A maggio, Cerroni chiama Di Carlo. Cerroni: «Mi hanno dato un documento per una fondazione sull'ambiente sullo sviluppo sostenibile. Conviene starci con queste persone»; Di Carlo: «Sì ma non so quant'è il diciamo...». Cerroni chiamerà personalmente Edo Ronchi proprio nei giorni in cui si discute anche del Cip6. Il 16 giugno Ronchi lo contatta per chiedere personalmente dell’adesione: «Attraverso l’attività tecnica di intercettazione, veniva registrata e recuperata una copia di un fax composto da due pagine nel quale Cerroni comunicava ad Edo Ronchi l’avvenuto versamento di 20.000,00 per l’Istituto».
A CASA DI RUTELLI
Anche con Rutelli i rapporti sono stretti. Ai primi di novembre del 2008, poco dopo l’attivazione, l’impianto di rigassificazione di Malagrotta rischia già il sequestro. Cerroni e i suoi soci, non è chiaro come, sanno già che il provvedimento è imminente. Ed è a quel punto che Cerroni chiama Rutelli. Cerroni: «Quando rientri?»; Rutelli: «Stanotte»; Cerroni: «Stanotte quindi poi domani sera domani pomeriggio quando vuoi? Un minutino, a casa però, un minuto una parola sola»; Rutelli: «Vuoi fare lunedì alle neve e mezzo?»; Cerroni: «Lunedì alle nove e mezzo okkei da te ciao». L’incontro sembra essersi effettivamente svolto perché un’ora dopo Rutelli richiama Cerroni: «Avvocato sono Francesco»; Cerroni: «Uè ciao bello»; Rutelli: «Senti, dunque allora ho parlato con l'avvocato Figliolia, Gli ho spiegato che siccome questa è un'impresa veramente pulita. Oltre che essere corretta ovviamente. Gli ho preannunciato che l'avrebbe chiamato l'avvocato». Il numero che Rutelli passa a Cerroni è quello di Ettore Figliolia, avvocato dello Stato e suo ex capo di gabinetto quando era vicepremier.