Il re saudita Abdullah: «Fermare subito l’Isis o tra un mese attentati in Europa e Usa»

Il re saudita Abdullah: «Fermare subito l’Isis o tra un mese attentati in Europa e Usa»
di Fabio Morabito
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Domenica 31 Agosto 2014, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 11:00

I servizi segreti dell’Arabia Saudita sono considerati i pi efficienti (e pericolosi) del mondo arabo. Anche per questo l’allarme lanciato ieri dal re saudita Abdullah bin Abdul Aziz avrà un’inevitabile eco in Occidente. «Se li ignoriamo - ha detto l’anziano sovrano, riferendosi ai miliziani che in Siria e Iraq stanno fondando il loro Califfato - raggiungeranno l'Europa in un mese e l'America in un altro».

A Gedda si sono riunite le monarchie del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati arabi, Kuwait, Oman e Qatar) che hanno condannato, tutte, il terrorismo che sta scuotendo il mondo arabo e si sono pronunciate, tutte, per l’unità territoriale dell’Iraq. E questo nello stesso giorno in cui il New York Times pubblica un intervento del segretario di Stato americano John Kerry, che propone di formare la «più ampia coalizione possibile di nazioni» per impedire al «cancro dell'Isis di diffondersi ad altri Paesi». «Attendiamo maggiori dettagli per sapere cosa ci verrà chiesto» replica da Gedda il ministro degli Esteri del Kuwait, Sabah Khaled al Sabah, ma le monarchie arabe si dicono pronte ad agire.

IL PASSAGGIO NEL MESSICO

La Gran Bretagna per prima nel mondo occidentale aveva ammesso di sentirsi probabile bersaglio del nuovo terrorismo. E le parole di Kerry sono state pubblicate mentre contemporaneamente è stato rivelato (da FoxNews) un documento del Dipartimento per la sicurezza pubblica del Texas. Documento che sostiene che i jihadisti dell'Isis guarderebbero con «crescente attenzione» al confine fra Stati Uniti e Messico per un eventuale attacco. Utilizzando la vulnerabile frontiera per entrare illegalmente in territorio Usa. Secondo il Dipartimento texano «un esame dei messaggi sui social media dell'Isis, durante la settimana che si è chiusa il 26 agosto, mostra il crescente interesse sul potersi infiltrare».

IL VERTICE

Il vertice di Gedda ha anche sancito il riavvicinamento di Riad a Doha. Le tensioni tra Arabia Saudita e il Qatar si stanno infatti stemperando grazie anche ai recenti incontri bilaterali tra le due ricche potenze. C’è la percezione, comune, che la situazione stia precipitando. E certo appesantisce il clima il filmato, diffuso sul web, della presunta decapitazione di un soldato libanese da parte dell’Isis.

Decapitazione "presunta", perché proprio da Beirut i media avanzano dubbi sul video e le autorità non si esprimono. Il filmato mostra un uomo bendato, con le mani legate dietro la schiena, e due miliziani. Uno di questi legge la sentenza di condanna, l’altro taglia la testa allo sventurato. La vittima farebbe parte del gruppo di una ventina tra militari e poliziotti sequestrati nei giorni scorsi da - si presume - miliziani dello Stato islamico. Un secondo video, postato qualche ora più tardi, mostra nove soldati che chiedono clemenza.

Il sequestro è avvenuto in territorio libanese quando la guerra in Siria ha varcato drammaticamente il confine. Una zona non presidiata dalle truppe Unifil guidate dal generale Luciano Portolano, presenti invece nel Sud del Libano, al confine con Israele. La vittima potrebbe anche non essere uno dei militari sequestrati ma - secondo un sito libanese - un sergente che avrebbe disertato. Il che non è però notizia rassicurante considerato che l’esercito libanese ha fama di neutralità, mentre il Paese è diviso tra avversari del regime siriano di Bashar al Assad, e suoi sostenitori. Dovesse dividersi anche l’esercito, i fragili destini del Libano - che stanno resistendo alle tragedie della Siria e dell’Iraq - rischiano di essere travolti.

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