Ucraina in fiamme, uccisi tre filorussi
oggi il vertice decisivo a Ginevra

Il transito di uno dei blindati ucraini passati ai filorussi
di Luca Lippera
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Mercoledì 16 Aprile 2014, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 09:06

A poche ore dal vertice che inizia questa mattina Ginevra, la rivolta dei filorussi dilaga in tutta l'Ucraina dell'est e le autorit di Kiev sembrano aver perso il controllo di molti distretti nella regione. Tre separatisti sono stati uccisi e tredici feriti da soldati regolari a Mariupol, vicino al Mar d'Azov, ma ieri diversi reparti corazzati inviati da Kiev per riprendere il controllo della vastissima area al confine con la Russia si sono arresi strada facendo ai dimostranti che chiedono l'annessione a Mosca come in Crimea. Intere colonne di soldati ucraini, secondo testimoni sul posto, hanno deposto le armi davanti ai manifestanti a Sloviansk e a Kramatorsk. Oggi a Ginevra la Russia e l'Ucraina dovrebero vedersi alla presenza dell'Unione Europea e degli Stati Uniti nel tentativo di trovare una via d'uscita alla crisi. Ma tutto sembra estremamente precario, tanto che ieri la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha detto - centellinando le parole - di sperare che l'incontro alla fine abbia luogo e che possa offrire un base di dialogo. Speranze, possibilit, non altro.

L'operazione “anti-terrorismo” annunciata da Kiev e lanciata due giorni fa contro i separatisti non sta andando secondo i piani delle autorità ucraine. Il servizio Bbc News on-line, che ha diversi inviati nell'est dell'Ucraina, tra cui i giornalista David Stern a Donetsk, scrive apertamente di un «non evento o peggio di un totale fiasco». D'altronde non potrebbe essere diversamente. La giornata, dopo i morti dell'altro ieri, è stata tesissima. Le autorità ucraine accusano Mosca di fomentare la situazione. Angela Merkel ha invitato Putin alla «moderazione» e ha chiesto alla Russia di «ritirare le truppe dal confine con l'Ucraina».

Ma la notizia dei reparti di Kiev che si arrendono ai filorussi o passano addirittura al "nemico" offrono una lettura tuttosommato oggettiva della situazione. Le autorità ucraine avevano lanciato blitz per riprendere il controllo della regione. Probabilmente nessuno si aspettava che alcuni dei reparti mandati nelle regioni orientali per «ristabilire l'ordine» passassero dalla parte dei separatisti o comunque non eseguissero l'ordine di riprendere possesso degli edifici in mano ai dimostranti. Giornalisti inglesi sul posto scrivono di un ufficiale sulla piazza di Slovansk che avrebbe detto dopo essere sceso da un blindato: «Non sparerò mai sui miei compatrioti»

Carriarmati carichi di miliziani e di soldati di Kiev sono stati segnalati nel centro di Sloviansk e la gente li avrebbe applauditi. Per alcune ore si è pensato a mezzi blindati senza insegne arrivati dalla Russia. Poi si è capito che alcune centinaia di soldati ucraini, una volta entrati a contatto con la popolazione, si sono schierati apparentemente dall'altra parte. Inizialmente il Ministero della Difesa ucraino ha detto che alcuni blindati erano «caduti nelle mani di gruppi russi di sabotatori-terroristi». Ma nelle ore successive alcune foto della Associted Press immesse nel circuito internazionale hanno iniziato a mostrare autoblindo cariche di uomini armati con la divisa di una brigata di paracadutisti dell'esercito ucraino. Molti dei mezzi fotografati nell'est del Paese sventolano la bandiera russa.

Alcuni osservatori fanno notare che in certe situazioni è «sempre arduo capire come stiano le cose e che Mosca è maestra nel gioco degli specchi». Traduzione: il passaggio di truppe ucraine dalla parte dei filorussi, si fa capire, potrebbe anche essere una «colossale messinscena» orchestrata dai rivoltosi con l'appoggio delle forze speciali e dei servizi segreti del Cremlino: veicoli, uomini e divise arrivati da oltreconfine fomenterebbero la piazza, reciterebbero la parte dei soldati ucraini che passano al “nemico” e i comprimari - inclusi alcuni reparti di Kiev - si starebbe accodando senza rendersi conto fino in fondo di quello che sta accadendo. Ciò non toglie che la situazione nell'Ucraina orientale sembra essere sfuggita totalmente di mano a Kiev. «Gli sviluppi - ha detto a Strasburgo il commissario europeo Fule - rischiano di innescare una spirale incontrollabile».

La autorità ucraine non avrebbero notizie esatte su cosa sta accadendo a est e neppure fonti certe sulle quali contare. Non a caso il capo della Cia, secondo il sito statunitense Foreign Policy, ha incontrato nei giorni scorsi il primo ministro ucraino Arseniv Yatsenyuk. Al centro del colloquio lo scambio di informazioni che l'intelligence americana è disposta a fornire a Kiev. Le notizie che arrivano dal terreno confermano però l'est del Paese, al confine con la Russia, non sembra più sotto i controllo delle autorità centrali. Separatisti armati di mitra e fucili hanno preso il controllo del municipio di Donetsk, capoluogo dell'omonima regione, chiedendo un referendum sul modello Crimea. La polizia ucraina, all'arrivo dei miliziani, ha lasciato l'edificio.

La defezione di alcuni reparti ucraini a favore dei filorussi è stata confermata da un'emitetnte di Kiev. I mezzi e gli uomini passati agli insorti che vogliono l'annessione a Mosca sarebbero gli stessi che le autorità ucraine avevano spedito a est per rafforzare il controllo di un areoporto militare. Lo scalo, Kramatorsk, è in una località sperduta a nord di Donetsk, ma ha una notevole importanza strategica perché è al centro della regione più vicina al confine con Mosca.

Giorni fa la base era in mano ai filorusi. Martedì Kiev ne avrebbe ripreso parzialmente il controllo. Oggi voleva rafforzarlo. Ma i militari e gli ufficiali mandati nella zona, spinti dalla popolazione locale, hanno fatto dietro-front e hanno accettato di raggiungere (è impossibile dire se volontariamente o meno) il centro della vicina Sloviansk, dove i cittadini hanno accolto la colonna sventolando bandiere russe. Il leader del locale movimento filorusso ha esultato: «Ora la Repubblica Popolare di Donetsk - ha detto - una un suo esercito e i suoi parà».

Il presidente russo Vladimir Putin ha telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel ripetendo che «l'Ucraina è ormai sull'orlo della guerra civile». Secondo quanto riportato dalla Bbc, Putin ha aggiunto che «la cosiddetta operazione anti-terrorismo» lanciata da Kiev nell'est dell'Ucraina «costituisce una netta escalation della crisi». Sia la Merkel che il leader del Cremlino avrebbero «enfatizzato l'importanza» dell'incontro previsto per domani a Ginevra tra la Russia, l'Ucraina, l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Ma gli eventi di questa mattina parlano di una situazione che precipita più rapidamente di ogni possibile contatto diplomatico.

Donetsk, un milione di abitanti, capoluogo della regione più vicina alla Russia e centro di vitale importanza strategico-industriale, sembra completamente in mano ai filorussi che chiedono la separazione da Kiev. Le autorità ucraine hanno deciso in mattinata di inviare il Ministro della Difesa in missione nell'area «per fare un rapporto su quello che succede là». Un'ammissione, implicita, che Kiev non può contare sul completo controllo delle fonti dirette per valutare la situazione. Il presidente della commissione europea, Manuel Barroso, non ha nascosto poco fa «estrema preoccupazione». «Gli eventi in Ucraina - ha detto - ci danno una lezione: mai, e ripeto, mai, dobbiamo dimenticare che la pace e la stabilità in Europa non si possono dare per scontate».

LA NATO. «Abbiamo preso nuove misure per rispondere alla crisi ucraina»: così il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen dopo il Consiglio transatlantico, spiegando che saranno rafforzati i «dispiegamenti via terra, aria e mare». La Nato «sostiene la riunione di Ginevra e tutti gli sforzi della comunità internazionale per trovare una soluzione politica» e «chiede alla Russia di mettere fine alla destabilizzazione dell'Ucraina, ritirando le truppe dai confini e chiarendo che non sostiene le azioni violente dei separatisti pro-russi». «Il compito della Nato è proteggere e difendere i suoi alleati e abbiamo già preso una serie di misure», ha spiegato Rasmussen, annunciando la decisione di oggi di «un nuovo pacchetto di misure militari per rafforzare la difesa comune e dimostrare la forza della solidarietà alleata». La Nato metterà in campo quindi più aerei, più navi e aumenterà la capacità via terra. «Ad esempio, gli aerei da pattugliamento faranno più sortite sulla regione Baltica», mentre «i nostri piani di difesa saranno rivisti e rafforzati». Le misure saranno «attuate da subito» e «altre ne verranno, se serve, nelle prossime settimane e mesi».































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