Telecom, il Brasile e il fuoco amico di Telefonica

Telecom, il Brasile e il fuoco amico di Telefonica
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Sabato 30 Agosto 2014, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 09:43

Un'operazione davvero degna di nota e lo sarebbe ancor pi qualora Vivendi accettasse di rilevare l'8,3% di Telecom Italia posseduto da Telefonica. Questo il parere degli analisti spagnoli sull'offerta del gruppo iberico da 7,45 miliardi per la brasiliana Gvt, che giovedì ha battuto la proposta concorrente di Telecom Italia aggiudicandosi le trattative in esclusiva con la francese Vivendi. Inoltre, ove il gruppo francese accettasse i titoli Telecom quale parte del prezzo (invece di quelli della nuova entità che nascerà dall'integrazione tra Telefonica Brasil e Gvt), «sarebbe la partita perfetta perché eviterebbe i problemi con gli enti regolatori brasiliani - afferma Nuria Alvarez di Renta 4 - oltre a consentire di realizzare sinergie per almeno 4,7 miliardi di euro». Alvarez è solo uno dei numerosi analisti (non solo spagnoli) che ieri si sono complimentati con Telefonica per la brillante operazione. E tuttavia il vero capolavoro del gruppo guidato da Cesar Alierta sta altrove, e precisamente in Italia. L’aver partecipato attivamente per sette anni ai lavori del cda di Telecom quale azionista di maggioranza relativa (dietro lo schermo di Telco), ha infatti consentito al gruppo iberico di frenare, quando non imbalsamare, ogni ambizione di crescita della tlc italiana.

I COLOSSI DISINNESCATI

Di più. Battendo con argomentazioni in verità mai del tutto chiarite il colosso Usa At&t e il magnate delle tlc Carlos Slim, che tra il 2006 e il 2007 si erano offerti di entrare massicciamente nel capitale di Telecom con progetti di forte espansione in Europa e nel mondo, Telefonica ha di fatto tolto di mezzo due potenziali concorrenti che certamente ne avrebbero insidiato le ambizioni anche in Sudamerica.

Il tutto in cambio di un investimento che allora fu di 2,3 miliardi e che oggi, se Vivendi accetterà quell’8,3% di Telecom, potrebbe ridursi di quasi 1 miliardo. Un prezzo decisamente modesto se si considera che la contropartita è stata il congelamento di fatto delle attività e delle strategie di espansione di un pericoloso concorrente in Europa e il disinnesco di una sanguinosa competizione che certamente si sarebbe avuta con l’arrivo nel Vecchio Continente di un player globale.

L’ALLEANZA CON VIVENDI

Queste cose il Messaggero le ha scritte poco meno di un anno fa, quando con un blitz poco trasparente Telefonica iscrisse ipoteca (a un prezzo men che modesto) sul controllo di Telecom. L’obiettivo era allertare il governo di Enrico Letta, che con sorpresa del mercato aveva autorizzato l’operazione, sulle abitudini operative del gruppo telefonico. Un allarme peraltro irrobustito dalle convinzioni di identico tenore espresse sia dall’allora amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, sia dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, sia infine dal presidente della Commissione industria del Senato, Massimo Mucchetti. Ma l’allerta cadde nel vuoto, perché Letta si disse convinto della bontà delle intenzioni di Telefonica.

Oggi tocchiamo con mano quanto quella fiducia fosse mal riposta. Sfumato il blitz autunnale per oggettive ragioni di mercato, alla prima occasione si è visto quanto Telefonica avesse a cuore la crescita di Telecom Italia o piuttosto non mirasse alla sua spoliazione finale dopo averne tarpato le ali per anni.

Ovvio a dirsi, il problema non è l’aggressiva disinvoltura di Telefonica, che ha fatto molto bene l’interesse dei suoi azionisti: salvo porci qualche sacrosanta domanda su eventuali conflitti d’interesse vista la sua posizione nel capitale di Telecom, dobbiamo rispetto all’esito della gara su Gvt. Il problema sono invece coloro che per anni hanno snobbato le ragioni di quanti ponevano l’accento sull’anomala presenza di Telefonica nelle grandi decisioni di Telecom Italia: decisioni tutte curiosamente abortite.

Il danno è fatto, l’auspicio è che la lezione possa servire affinché l’eventuale alleanza con Vivendi avvenga su basi meno approssimative. Telecom ha perso una partita, non la guerra. Però si è liberata da un abbraccio che alla lunga si sarebbe sicuramente rivelato mortale. Ne approfitti, viste le grandi manovre in corso.

O.D.P.