Draghi ammorbidisce i toni sull'austerità. Il Ft: si avvicina alle posizioni di Renzi

Mario Draghi
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Venerdì 22 Agosto 2014, 20:53 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 17:22

La Banca centrale europea (Bce) pronta a fare di pi e a ricorrere a misure non convenzionali per la bassa inflazione e la crescita debole, che pesa sul mercato del lavoro con una persistente elevata disoccupazione. Il presidente Bce Mario Draghi, da Jackson Hole, rassicura: Francoforte è pronta ad aggiustare la propria politica monetaria e ad agire a sostegno dell'economia anche al di là delle misure già annunciate in giugno. Ma avverte: la politica monetaria accomodante è centrale ma non si sostituisce ai governi e alle riforme strutturali nazionali, sulle quali è necessario premere per favorire la crescita e l'occupazione.

Draghi intanto si avvicina alle posizioni del premier Matteo Renzi, ammorbidendo i toni sull'austerity e affermando che i paesi dovrebbero essere incoraggiati a spendere di più nell'ambito

delle norme europee esistenti.

L'attuale flessibilità delle regole fiscali può essere «usata per meglio affrontare la debole ripresa e far posto ai costi delle necessarie riforme», afferma il numero uno della Bce, sottolineando che le politiche di bilancio potrebbero essere più favorevoli alla crescita. È possibile ridurre infatti - ricorda Draghi - le tasse in modo «neutro», ovvero senza aumentare il deficit, così come è possibile un maggiore coordinamento a livello europeo e come potrebbe essere appropriato «un ampio programma di investimenti pubblici» in linea con la proposta del presidente della Commissione Europea.

Un'apertura alla flessibilità, quella di Draghi, che sarà «benvenuta» da Roma e Parigi, nota il Financial Times, sottolineando che la spinta di Renzi sulle regole di bilancio è stata appoggiata dal presidente francese Francois Hollande.

«Anche se i commenti di Draghi non rappresentano un sostegno a rampanti spese per spingere le economie dell'area euro - riporta il Wall Street Journal - mostrano un allontanamento rispetto ad anni in cui la Bce aveva messo in evidenza la necessità di ridurre i deficit e attirare riforme economiche anche durante periodi di debolezza economica».

L'intervento del presidente della Bce a Jackson Hole segue la gelata arrivata dal Pil tedesco e francese, che si sono andati a sommare al rallentamento dell'Italia, presentando un quadro difficile per l'area euro, che rischia - secondo il premio nobel all'Economia, Joseph Stiglitz - un decennio perso stile Giappone.

«La posta in gioco per l'unione monetaria è alta», aggiunge Draghi, precisando che politiche monetarie e di bilancio accomodanti «non possono sostituire le necessarie riforme strutturali». Le politiche di bilancio possono essere migliorate e far guadagnare tempo ma alla fine le riforme servono. La Bce è pronta a fare la sua parte, a spingersi oltre le misure già annunciate e sulle quali Draghi si dice «fiducioso». Ma riforme strutturali sul lavoro «non sono più rinviabili», avverte Draghi, spronando i governi ad agire.

«Lanceremo il nostro primo Tltro in settembre, che ha già generato significativo interesse dalle banche» e gli acquisti di ABS dovrebbero contribuire ulteriormente all'allentamento monetario. Dall'annuncio delle misure «abbiamo già visto movimenti dei tassi di cambio che dovrebbero sostenere sia la domanda aggregata e l'inflazione, che ci aspettiamo siano sostenute dalle diverse strade della politica monetaria negli Stati Uniti e nell'area euro».

Il riferimento è alle diverse strade della Fed e della Bce, con la banca centrale americana che si avvia a chiudere il piano di acquisto titoli e apre a un possibile aumento dei tassi di interesse prima delle attese se i progressi sul mercato del lavoro saranno più rapidi del previsto. Allo stesso tempo, se i progressi saranno lenti, i tassi resteranno bassi più a lungo.

Il presidente della Fed, Janet Yellen, si mantiene quindi cauta e parla di una «ricetta non semplice» per la politica monetaria in questo contesto. Un ''dilemma'' quello dell'occupazione per la Fed: nonostante i passi in avanti, una ripresa completa del mercato del lavoro resta difficile data la «profondità dei danni» causati dalla recessione. «Significativi fattori strutturali hanno avuto impatto sul mercato del lavoro, incluso l'invecchiamento della popolazione e altri trend demografici», quali la ''polarizzazione'', ovvero la riduzione dei posti di lavoro con competenze medie.

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