Alitalia, ultimatum del governo ai sindacati: pronta la convocazione

Alitalia, ultimatum del governo ai sindacati: pronta la convocazione
di Michele Di Branco
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Domenica 27 Luglio 2014, 00:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 08:52

ROMA - Subito l’unit dei sindacati. Oppure il governo li convocher entro marted e far capire loro che non possono avere titubanze.

Palazzo Chigi, in ansia per la spaccatura sugli accordi relativi ai tagli delle retribuzioni del personale Alitalia che mette a rischio l’affare con Etihad («tutti si devono rendere conto che l'alternativa è tra mille o 15 mila esuberi», ha avvertito il premier Renzi), affida al ministro dei Trasporti il compito di lanciare una sorta di ultimatum. «Non esiste un piano B per l'Alitalia, esiste solo un grande piano A», ha esemplificato l’esponente dell’esecutivo aggiungendo che «solo un marziano capirebbe le divisioni che si stanno verificando nel sindacato». Se questa è la posizione del governo e non subirà modifiche nelle prossime ore, la convocazione scatterà sicuramente visto che la Uilt (che non ha firmato gli accordi e che disconosce il risultato del referendum che ha confermato gli accordi) solo mercoledì avrà un incontro con il segretario generale Uil Angeletti per affrontare la questione e decidere cosa fare. «Siamo favorevolissimi ad accordi con Etihad, ma tuteliamo i lavoratori» ha fatto sapere ieri il sindacato. Idee chiarissime invece tra le altre parti sociali. Per la Cisl la vicenda è chiusa visto che, ha spiegato il segretario generale Raffaele Bonanni, «non solo la maggioranza dei sindacati ha siglato gli accordi ma anche il referendum tra i lavoratori ha dato il via libera alla nascita della nuova compagnia. Il governo, l'azienda e gli investitori non devono avere più titubanze – ha tagliato corto il leader Cisl – e si deve procedere verso la costruzione della nuova compagnia aerea». Accenti simili dalla Cgil, secondo la quale «le norme sulla rappresentanza sindacale sono state approvate a gennaio da tutti i confederali: anche in caso di mancato quorum gli accordi sono pienamente efficaci».

LO SCENARIO

Il problema è che Alitalia, in più di una circostanza, ha fatto sapere che per chiudere con Etihad occorre compattezza sindacale. Una prospettiva che, al momento appare lontana. Il referendum sull'accordo taglia-stipendi, che è stato celebrato due giorni fa, si è infatti chiuso con una partecipazione del 27% dei 13 mila aventi diritto. E le norme in materia trovano interpretazioni opposte: Cgil, Cisl e Ugl da una parte rivendicano la validità delle firme in calce all'accordo con l'azienda e la Uil dall'altra, fiancheggiata dall’Anpac, contesta («violate tutte le regole» si fa sapere) il patto siglato con l'azienda. Una mediazione non è facile. Sherpa sindacali avevano suggerito ad Alitalia di rinegoziare l’accordo spalmando su 12 mesi anziché 5 i 31 milioni di tagli salariali in programma per 11 mila dipendenti. Ma gli uomini dell’ad Gabriele Del Torchio hanno respinto l’ipotesi affermando che, in questo modo, parte dei risparmi che devono essere realizzati tassativamente nel bilancio 2014, sconfinerebbero nell’esercizio 2015. Scartata anche l’ipotesi, caldeggiata in particolare dai piloti, di attenuare lo schema fortemente progressivo (molto penalizzante per i redditi più alti) che caratterizza i tagli.

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