Eppure esiste un canale poco conosciuto, l'Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), che in 3 o 4 anni offre una qualifica o un diploma professionale ai ragazzi usciti dalla terza media, o che hanno abbandonato precocemente la scuola secondaria superiore, puntando proprio su una formazione pratica e vicina alle aziende, senza rinunciare a una solida istruzione generale di base, compreso l’assolvimento dell’obbligo scolastico generale. Insomma dall'IeFP si esce capaci di lavorare professionalmente e di stare al mondo. In queste scuole (si tratta di Enti di formazione accreditati dalle Regioni o Istituti professionali dove i primi non esistono) nascono meccanici, elettricisti, cuochi, parrucchieri, idraulici. Quelle figure di cui le imprese hanno spesso un disperato bisogno e che, paradossalmente, non sempre sono disponibili sul mercato del lavoro italiano.
Ad avviare il rilancio della IeFP, innestando su di essa il nuovo apprendistato, potrebbe essere una sperimentazione lanciata dal Ministero del Lavoro attivata nelle scorse settimane con un bando di Italia Lavoro: nei prossimi due anni, in 300 Centri di formazione professionale 60.000 giovani dovrebbero iniziare nuovi corsi di IeFP abbinati a un contratto di apprendistato di I livello, quindi una formazione che li avvicina ancora di più alle imprese e al lavoro.
Ne abbiamo parlato con Paola Vacchina, responsabile Acli (e degli enti di formazione di ispirazione cristiana) di questo settore.
Dottoressa Vacchina quanti ragazzi frequentano la IeFP?
Con questa sperimentazione cosa cambia?
Ma questo vuol dire che i ragazzi troveranno lavoro più facilmente?
imprenditori italiani ne sono consapevoli?
Qual è il segreto degli IeFP?
"Semplice. Non è vero che gli Enti di formazione professionale sono scuole di scarsa qualità, perlomeno non gli Enti che offrono la IeFP. Noi garantiamo accoglienza dei progetti dei giovani, una formazione molto pratica e solida che favorisce anche lo sviluppo della loro istruzione generale, apprendimento anche direttamente nelle imprese, continuo aggiornamento dei percorsi formativi alla domanda del mercato, metodologie di insegnamento attive".
E qual é il lato negativo?
Chi vi finanzia?
Quali sono le sfide che attendono la IeFP?
"La piu importante è quella del consolidamento delle nostre esperienze in termini di continuità di finanziamento e di completamento della filiera, che noi chiamiamo verticalizzazione, ovvero la possibilità per tutti i ragazzi che ottengono la qualifica di frequentare anche un quarto anno e poi di arrivare a un titolo che consenta loro di proseguire, eventualmente, verso un possibile sbocco di formazione terziaria, universitaria e non"
E poi?
"Poi c'è un problema orizzontale, ovvero come dicevo dobbiamo migliorare e uniformare la nostra rete in tutte le Regioni italiane, perchè nessuno rimanga escluso dal diritto di accesso a questo ormai sperimentato e promettente modo di studiare e prepararsi al lavoro: la IeFP. Ha un nome strano ed è poco conosciuta, ma come dicono tutte le rilevazioni ha meriti straordinari: abbattere drasticamente, nelle Regioni dove è presente, il tasso di abbandono scolastico, favorire l'occupazione dei giovani, includere con successo studenti stranieri e socialmente svantaggiati, ampliare e diversificare la possibilità di scelta delle famiglie e dei giovani"
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