E' morto Elio Toaff, l'ex rabbino di Roma il 30 aprile avrebbe compiuto 100 anni

E' morto Elio Toaff, l'ex rabbino di Roma il 30 aprile avrebbe compiuto 100 anni
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Domenica 19 Aprile 2015, 20:54 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 10:18

E' morto oggi a Roma l'ex rabbino della comunità ebraica di Roma Elio Toaff dopo una lunga malattia.

Nato il 30 aprile 1915, era considerato la massima autorità spirituale e morale ebraica in Italia dal secondo dopoguerra sino ai primi anni duemila. Storico l'incontro di Toaff con Giovanni Paolo II alla Sinagoga di Roma. I funerali dell'ex rabbino capo di Roma dovrebbero svolgersi domani pomeriggio. Lo si apprende da fonti della comunità ebraica di Roma. In mattinata il feretro sarà esposto sotto il colonnato del Tempio Maggiore per permettere alla cittadinanza di porgere un ultimo saluto a Elio Toaff. Un corteo funebre percorrerà poi le vie del Portico di Ottavia.

Riccardo Pacifici. «Un grande della storia, un gigante». Così il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici ha definito l'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff morto stasera. «Un uomo che ha fatto la resistenza e ha ridato orgoglio alle nostre comunità. Un uomo del risorgimento ebraico romano ed italiano», ha aggiunto Pacifici.

Il premier Renzi. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è recato al Tempio Maggiore di Roma per rendere omaggio al rabbino capo emerito Elio Toaff, nel giorno della sua morte. Dopo la visita al tempio il premier è stato accompagnato dal presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici alla casa di Toaff. In dono dalla comunità ebraica Renzi ha ricevuto un libro dei salmi di Davide, che sono stati recitati questa sera dalle tante persone giunte al tempio per pregare. «Un pensiero carico di gratitudine e affetto per il rabbino Elio Toaff, grandissimo italiano e uomo simbolo della comunità ebraica», aveva twittato il premier poco prima.

Ignazio Marino. «Con molta emozione mi sono recato a casa di Elio Toaff e ho avuto l'onore di potermi raccogliere e pregare davanti a lui. Il paese perde un grande italiano, la comunità ebraica e la nazione un punto di riferimento morale e culturale. Per Roma è una notte triste». Lo ha dichiarato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che si è recato presso l'abitazione di Elio Toaff. «Voglio esprimere il mio cordoglio e quello di tutta la città per la scomparsa di Elio Toaff - aggiunge - Un uomo di grande valore che ha dedicato la sua vita alla spiritualità, al dialogo interreligioso, alla memoria e alla conoscenza. Indimenticabile il suo rapporto con Papa Giovanni Paolo II.

Nel dopoguerra ha avuto il difficile compito di guidare le comunità ebraiche italiane, restituendo la speranza agli uomini e alle donne che avevano perso tutto e vissuto l’orrore e la barbarie del nazifascismo. Tutti abbiamo inoltre apprezzato la sua straordinaria capacità nel guidare la Comunità Ebraica di Roma. Ha dimostrato in più occasioni di amare profondamente la nostra città. Un affetto ricambiato. Nel 2001, infatti, gli fu conferita la cittadinanza onoraria. Mi stringo dunque con affetto ai suoi cari e a tutta la Comunità Ebraica. Dedicheremo questi momenti al ricordo di una persona che ha contribuito a rendere migliore la nostra città e il nostro Paese».

Nicola Zingaretti. «Con la morte di Elio Toaff l'ebraismo italiano perde un protagonista, custode in tutti questi anni della memoria storica del nostro paese. Un grande italiano, che ha avuto un ruolo fondamentale nella ricostruzione della democrazia in Italia. Toaff ha avuto l'arduo compito di accompagnare le comunità ebraiche italiane fuori dagli anni bui della guerra, riportando speranza nei cuori delle persone, incoraggiando sempre il dialogo anche nei momenti più difficili. I fedeli ricominciarono a frequentare le sinagoghe, le comunità tornarono a mostrare la propria vitalità e le proprie tradizioni. Uno straordinario comunicatore, capace di incontrare un Papa e scrivere una pagina della storia del dialogo tra le religioni. Abile nel tendere la mano alla gente della sua comunità. Non smetteremo mai di ringraziarlo per quello che ha saputo dare a tutti noi, senza mai chiedere nulla in cambio, con umiltà, restando un uomo come tutti gli altri». Così in una nota Nicola Zingaretti, presidente della Regione.

Roberto Gattegna. «Piangiamo in queste ore la scomparsa di un uomo straordinario. Un punto di riferimento, un leader, una guida spirituale in grado di segnare il suo tempo e il tempo delle generazioni che ancora verranno». Lo ha detto il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna. «I gesti e gli insegnamenti che hanno caratterizzato il magistero e la lunga vita di rav Toaff - ha aggiunto - rappresentano infatti uno dei momenti più alti nella storia, non solo dell'ebraismo italiano ma dell'umanità intera».

Silvio Berlusconi. «Elio Toaff è stato artefice di una crescita di consapevolezza democratica del nostro paese. Costante il suo impegno a favore del dialogo interreligioso. Il rabbino emerito della comunità ebraica di Roma è stato uno dei grandi italiani. A tutta la sua famiglia e alla comunità ebraica di Roma le mie più sentite condoglianze». Lo afferma Silvio Berlusconi, leader di FI.

Giovanni Toti. «Storica la visita in Sinagoga con Giovanni Paolo II. Toaff rabbino emerito della comunità ebraica è stato un pilastro dei nostri tempi». Lo scrive su Twitter Giovanni Toti, consigliere politico di Fi commentando la morte di Toaff.

La biografia. Elio Toaff studiò presso il Collegio Rabbinico della sua città natale sotto la guida del padre, Alfredo Toaff, rabbino della città. Frequentò al tempo stesso l'Università di Pisa presso la facoltà di Giurisprudenza, dove poté laurearsi nel 1938 nei tempi stabiliti, in quanto l'introduzione delle leggi razziali fasciste, precludeva agli ebrei l'ingresso alle università ed espelleva gli studenti fuori corso, ma consentiva di completare gli studi a chi ne fosse giunto al termine. L'anno successivo completò gli studi rabbinici laureandosi in teologia al Collegio rabbinico di Livorno, ottenendo il titolo di rabbino maggiore. Fu nominato rabbino capo di Ancona, dove rimase dal 1941 al 1943. Dopo l'8 settembre 1943, con la recrudescenza della violenza nazista e le prime deportazioni italiane per i lager, Toaff, sua moglie Lia Luperini e il loro figlio Ariel fuggirono in Versilia scampando all'assassinio in casa per l'aiuto del parroco della vicina chiesa che lo salvò avvertendolo dell'agguato, facendolo poi fuggire con l'aiuto di famiglie cattoliche e alterando le generalità sui loro documenti, girovagando tra mille insidie. Più volte Toaff scampò alla morte per mano nazista (in un'occasione scampò ai nazisti rifugiandosi a Città di Castello di cui è cittadino onorario dal 1999). Entrò nella Resistenza combattendo sui monti e vedendo con i propri occhi le atrocità ai danni di civili inermi. Dopo la guerra fu rabbino di Venezia, dal 1946 al 1951, insegnando anche lingua e lettere ebraiche presso l’Università di Ca' Foscari. Elio Toaff alla Marcia per la pace Roma 1985 Nel 1951 divenne rabbino capo di Roma. Oltre al suo ruolo spirituale, ha ricoperto diverse cariche nella comunità ebraica italiana: presidente della Consulta rabbinica italiana per molti anni, direttore del Collegio rabbinico italiano e dell'istituto superiore di studi ebraici, direttore dell'Annuario di Studi Ebraici. Inoltre è membro dell'Esecutivo della Conferenza dei rabbini europei fin dalla fondazione nel 1957 e dal 1988 è entrato a far parte del Praesidium. Nel 1987, Toaff pubblicò una sua autobiografia: Perfidi giudei, fratelli maggiori (Mondadori, Milano).

L'8 ottobre 2001 Elio Toaff, all'età di 86 anni, annunciò le proprie dimissioni dalla carica di Rabbino Capo di Roma. Questa decisione venne manifestata da Toaff stesso nella Sinagoga di Roma al termine delle preghiere per il «Oshannà Rabbah». Il motivo era voler lasciare spazio e occasioni ai giovani. Grande fu la commozione tra i fedeli che erano in ascolto. Il successore alla carica venne scelto in Riccardo Di Segni. Nel 2005 Elio Toaff è stato proposto alla carica di senatore a vita.

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