Marche, maxi inchiesta per le tangenti sul biogas: venti denunce

Marche, maxi inchiesta per le tangenti sul biogas: venti denunce
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Venerdì 18 Luglio 2014, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 17:13
ANCONA - Maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Ancona sugli impianti di biogas nelle Marche. Ci sarebbe anche il sospetto delle tangenti A quanto si apprende, ci sarebbero venti persone denunciate tra noti imprenditori e dirigenti della Regione per l'avvio delle attività delle centrali. E' in corso una conferenza stampa per spiegare l'indagine.



Concussione, corruzione e truffa ai danni dello Stato nel settore delle energie alternative le accuse agli indagati che hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini da parte della procura di Ancona, al termine di un'indagine del Gico della Guardia di finanza. Disposti sequestri per 10 milioni di euro: 9 mln di incentivi conseguiti illecitamente, e un mln di utilità ottenute dai funzionari pubblici, a quanto trapela anche della Regione Marche.



Soci d'affari fra di loro e con alcune imprese del biogas (attraverso familiari o amici), ma anche destinatari di "tangenti" sotto forma di lavori edilizi gratuiti, fatturazioni per forniture di materiale mai

corrisposte, o regali: come un un orologio Montblanc da 9 mila euro. Il dirigente del Servizio Territorio e Ambiente della Regione Marche Luciano Calvarese e i funzionari Sandro Cossignani e Mauro Moretti avrebbero costituito, senza comunicarlo alla Regione, una propria società di forniture elettriche, e compartecipato a società di alcuni imprenditori:

gli stessi ai quali poi rilasciavano le autorizzazioni per nuove centrali biogas.



Secondo i finanzieri del Gico di Ancona, guidati dal col. Gianfranco Lucignano, con profili di responsabilità e vantaggi diversi, i tre funzionari avrebbero concordato lavori per 1.824.291 euro con le imprese del cartello, una fornitura di piante di alloro per alimentare le centrali biogas per 648.905

euro (mai arrivata a destinazione), la vendita di materiali elettrici per 64 mila euro. Uno dei funzionari si sarebbe anche fatto costruire gratis un impianto fotovoltaico su un capannone di sua proprietà.



Ai tre dirigenti, sospesi dalla Regione destinati ad altri servizi, e ai 17 fra imprenditori e professionisti sotto inchiesta, le Fiamme gialle hanno sequestrato su ordine del Gip 22 immobili (compresa una villa con 20 stanze) e 57 terreni, per un totale di 115 ettari. In valori economici, il sequestro preventivo per equivalente ammonta a una somma di tutto rispetto: 10 milioni di euro.



Gli indagati



Luciano Calvarese era il dirigente del

servizio regionale territorio e ambiente energia-p.f. rete elettrica regionale, autorizzazioni energetiche gas ed idrocarburi. sospeso dall'incarico, era già stato assegnato ad un altro servizio. Con lui sono indagati i funzionari Sandro Cossignani e Mauro Moretti.



Tra gli imprenditori - nelle carte dell'inchiesta spiccano i nomi del conte Guido Leopardi Dittajuti (anche viticoltore), di Antonio Lazzarini e del figlio Alessandro. Gli altri sono Paolo Pesaresi, Renzo Rovinelli, Alessandra Severini, Marco

Maracci, Lorenza Ramovecchi, Cristian Cesaroni, Francesca Colonnelli, Franco Passamonti, Andrea Costanzini, Lorenzo Binci, Diego Margione.

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