Operazione Tiberio, Cusani e Masi negano tutto

Operazione Tiberio, Cusani e Masi negano tutto
di Marco Cusumano
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 12:13
E' il momento di difendersi. Armando Cusani e Isidoro Masi non hanno scelto il silenzio, come gli altri arrestati nell'operazione Tiberio, ma hanno parlato a lungo: 2 ore Masi, un'ora e 14 minuti Cusani. Gli interrogatori davanti al giudice Giuseppe Cario sono iniziati ieri mattina poco prima delle 10. Il primo a sedersi davanti al gip è Isidoro Masi, architetto di 56 anni di Maenza, responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Sperlonga e funzionario della Provincia. Secondo il giudice è un uomo di fiducia del sindaco: «Nei rapporti tra Masi e Cusani - scrive Cario - è provato in pieno il quadro indiziario di mercimonio della funzione pubblica. Il funzionario Masi sta lì messo dal Cusani affinché si astenga da ogni provvedimento sanzionatorio dell'abuso edilizio». Il caso è quello dell'hotel Grotta di Tiberio. L'utilità di Masi, secondo il giudice, sta proprio nell'incarico al Comune, sia dal punto di vista economico che di funzioni.

«Il mio assistito - commenta Gianni Lauretti, avvocato di Masi - ha chiarito davanti al giudice che in realtà non ha guadagnato nulla dall'incarico. In pratica lui lavorava due giorni in Provincia e gli altri a Sperlonga, facendo il pendolare tra Maenza (dove vive) Latina e Sperlonga, con costi aggiuntivi anche per la benzina. Più che un guadagno si tratta di un aumento di spese». Secondo il giudice, invece, le utilità a favore di Masi ci sono eccome. A cominciare dai «40.000 che Masi riceverà quale compenso per aver pilotato l'aggiudicazione della gara di Villa Prato in favore degli imprenditori Volpe e Ferrazzano». Ma anche alcune promesse, come quella per il finanziamento della Casa dei Mestieri a Cuba. Durante una conversazione Masi dice: «Io resterei a Sperlonga ancora per un po', perché ci sono ancora due o tre gare...».

«In realtà - ribatte l'avvocato Lauretti - Masi si riferisce al guadagno previsto dalla legge, fino al 2%, come Rup (Responsabile Unico del Procedimento), nessuna tangente ma solo un guadagno assolutamente legale e trasparente. Senza considerare che Masi non conosce, a parte Volpe, molte delle altre persone coinvolte nella presunta associazione per delinquere». Gare pilotate, imprenditori che si accordano sulle offerte da presentare ai bandi. Un sistema di corruzione estremamente radicato, secondo la Procura. Un quadro indiziario che si scontra invece con le parole degli indagati che si dicono pronti a dimostrare la loro innocenza. Masi ha chiesto la scarcerazione, attraverso un'istanza presentata ieri dal suo avvocato al giudice Cario che dovrà decidere nei prossimi giorni, anche sull'analoga richiesta di Cusani. Intanto il pubblico ministero Valerio De Luca ha dato parere negativo per Masi. 

Cusani ha parlato di meno rispetto a Masi, poco più di un'ora. Ma ha difeso la propria posizione «rispondendo punto per punto alle domande del giudice» sottolinea l'avvocato Luigi Panella che difende il sindaco insieme ad Angelo Palmieri e Corrado De Simone. I legali annunciano di aver depositato un atto molto importante: «Si tratta - spiegano - di una lettera della Regione indirizzata al Comune di Sperlonga e poi girata alla Procura con la quale, in sintesi, si dispone di non compiere atti relativi all'hotel oggetto del procedimento penale, in pratica di lasciare invariata la situazione. C'è da sottolineare, infine, che Cusani nelle intercettazioni non parla di alcun appalto. Di più però non possiamo dire».