Israele-Gaza, allerta nelle università italiane: «Sarà la nostra intifada»

Il Viminale teme infiltrazioni dei violenti nei movimenti mobilitati per la Palestina

Israele-Gaza, allerta nelle università italiane: «Sarà la nostra intifada»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 5 Maggio 2024, 00:58 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 09:50

Acampada. Nell’ateneo di Bologna gli studenti pro Gaza (o anti Israele) e i Giovani palestinesi promettono per oggi di montare le prima tende nella zona universitaria. Una versione italiana di quanto già visto negli Stati Uniti, a Ucla a Los Angeles o alla Columbia a New York, per fare due esempi, teatri di scontri, sgomberi e migliaia di arresti. Dopo il feroce massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre non ci furono analoghe iniziative, ma la guerra scatenata da Netanyahu nei giorni successivi, che non ha risparmiato i civili palestinesi, sta invece causando una variegata mobilitazione prima negli Usa, poi in Europa. Dopo i focolai in Spagna e Francia, ieri ad esempio un centinaio di studenti ha occupato un edificio dell’Università di Losanna.

ATTENZIONE

Cosa può succedere in Italia? Tra dieci giorni si svolgerà una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza con i ministri dell’Università e dell’Interno. Parteciperanno anche i rettori che, negli ultimi giorni, hanno parlato il meno possibile timorosi di alimentare le tensioni negli atenei. L’annullamento del convegno che era stato organizzato per martedì a Milano, alla Statale, da alcune associazioni pro Israele sul tema “L’unica democrazia del Medio Oriente” per ragioni di sicurezza ha rappresentato un preoccupante precedente. «Serve creare un cordone sanitario per isolare i manifestanti violenti e pro Hamas che occupano università e non permettono presentazioni di libri» ha commentato Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica.

Per oggi a Bologna il Cua (Collettivo universitario autonomo) ha annunciato una «acampada per la Palestina» dopo l’assemblea che si svolgerà in piazza Scaravilli, davanti al Rettorato e vicino a via Zamboni, la strada universitaria per eccellenza della città delle Due Torri. Saranno montate le tende, dunque, con una iniziativa che a livello simbolico, ma anche pratico, ricalca quanto visto in America. Dicono dal movimento Giovani Palestinesi: «Lanceremo l’intifada studentesca». Anche alla Sapienza di Roma ci saranno assemblee, ma mobilitazioni sono previste ovunque, da Torino a Milano, da Pisa a Firenze. Il coordinamento è nazionale in vista della data simbolica del 15 maggio. L’obiettivo, dicono i pro Palestina, è decidere come unificare le proteste in vista del 15 maggio, il giorno della Nakba (significa “catastrofe”, ricorda l’esodo forzato di 700mila arabi palestinesi nel 1948 che furono costretti a lasciare le proprie case). Il Viminale, già a partire dal 7 ottobre, ha alzato al massimo il livello di allerta. Significa grande attenzione sul fronte della prevenzione e della protezione di obiettivi sensibili. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’altro giorno ha ripetuto: «Stiamo gestendo il difficile lavoro di ricerca del punto di equilibrio tra l'assicurare la libertà di manifestazione del pensiero, che è un caposaldo fondamentale della nostra democrazia, e l'assoluta refrattarietà a ogni forma di violenza».

In diverse occasioni ha però avvertito: c’è il pericolo di infiltrazioni all’interno di proteste legittime. Non ci sono segnali concreti di azioni organizzate con finalità e metodologie terroristiche, però c’è il timore che frange dell’antagonismo, dei centri sociali, degli anarchici sfruttino le manifestazioni degli studenti universitari e dei giovani palestinesi, per cercare lo scontro violento con le forze dell’ordine. Quando Piantedosi parla di «equilibrio» tra diritto di manifestare e prevenzione di ogni violenza, il pensiero va a ciò che si è visto negli atenei americani.

STRATEGIA

Cosa faranno le forze dell’ordine italiane se le tende bloccheranno pezzi di città o l’attività didattica per diversi giorni o se i cortei tenteranno di raggiungere i rettorati o i palazzi governativi, al di fuori dei percorsi consentiti? Conferma la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini: «Lunedì 13 maggio farò con il collega Piantedosi una riunione del comitato ordine e sicurezza. Parteciperanno anche i rettori. Con la presidente della Crui - la conferenza dei rettori italiani - Giovanna Iannantuoni faremo in modo di capire com’è la situazione nel rapporto con gli studenti. C'è protesta ma c'è anche una frangia molto piccola che va oltre certi limiti. La protesta sana è un arricchimento. La cosa che mi preoccupa è quando la protesta mostra gruppi che fanno azioni distruttive e reati, sfondano porte, con pesanti attacchi alle forze dell'ordine».

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