Non pagano la mensa scolastica:
pranzo a pane e acqua per nove bambini

Non pagano la mensa scolastica: pranzo a pane e acqua per nove bambini
3 Minuti di Lettura
Martedì 23 Marzo 2010, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 22:32
VICENZA (23 marzo) - Pranzo a pane e acqua alla mensa scolastica per otto bambini i cui genitori non hanno pagato la retta al Comune. Se i piccoli alunni, due italiani e sette stranieri, hanno mangiato qualcosa di pi grazie ai loro compagni che hanno diviso il pasto con loro: pasta alla zucca, hamburger, insalata e frutta. È successo ieri a Montecchio Maggiore (Vicenza), dove il Comune ha deciso di sospendere la refezione scolastica a chi è in arretrato con i pagamenti.



Scontro maestre Comune. Un'iniziativa che ha lasciato interdette le maestre e la preside della scuola materna ed elementare. «Trovo dispregiativo dare un pezzo di pane - commenta la preside Anna Maria Lucantoni -. Se lo avessimo immaginato avremmo fatto una raccolta di fondi». Ma l'assessore all'Istruzione e alle politiche sociali della giunta di centrodestra Barbara Venturi dice: «Non è giusto non pagare le rette per rispetto di chi ha problemi economici e le versa». E poi oggi precisa: «Non era un tozzo di pane, ma panini imbottiti al prosciutto, e al formaggio per quelli che non mangiano carne di maiale».



Famiglie morose dal 2002. La controversia va avanti da mesi, da quando la nuova giunta Pdl-Lega scopre che ammontano a 150 mila euro le rette arretrate, in qualche caso fin dal 2002, di qualche decina di famiglie italiane e straniere per la mensa scolastica: «Non avevano mai neppure iscritto i loro figli al servizio di refezione», puntualizza l'assessore. Il Comune allora fa affiggere manifesti in varie lingue all'interno delle scuole con la scadenza per il versamento: entro il 15 marzo.



L'ultimatum viene comunicato anche con una raccomandata a mano consegnata dai vigili urbani. Risultato: tutti gli insolventi pagano, tranne nove famiglie, i cui figli da ieri si trovano nel piatto un panino e una bottiglietta d'acqua.



Il sindaco precisa che le famiglie erano state avvisate in anticipo della «riduzione del pasto» in caso di mancata consegna del modulo e che ne erano al corrente anche la preside e le maestre della scuola. «Bastava che ci rispondessero sì o no, il recupero del saldo è un passo successivo. Se i genitori di questi nove bambini non fanno i furbi ma sono davvero indigenti il Comune se ne farà carico - assicura Milena Cecchetto - A Montecchio aiutiamo già 80 famiglie in difficoltà pagando per loro la retta, per un totale di 32 mila euro all'anno».



Famiglie contatte nel pomeriggio. Nel pomeriggio di oggi i servizi sociali del Comune di Montecchio Maggiore hanno contattato le famiglie che ancora non hanno aderito al servizio mensa della scuola elementare affinché informino l'amministrazione ancora una volta sulla loro decisione. Domani sembra che i bambini a cui sono stati serviti panini al posto della pasta dovrebbero comunque vedersi garantito il menù dei compagni di classe.



Aduc: sciogliere la Giunta. Sciogliere l'amministrazione comunale di Montecchio Maggiore «per violenza contro l'infanzia e indegnità civica»: lo chiede l'Aduc (Associazione diritti utenti e consumatori) al ministro dell'Interno Roberto Maroni dopo la decisione del Comune di distribuire un pasto ridotto - solo un panino e una bottiglietta d'acqua - a nove bambini non iscritti alla mensa scolastica dai genitori, che da molto tempo non pagano la retta.



L'ex sindaco: i fondi c'erano. Il caso è definito «semplicemente volgare» dall'ex sindaco di Montecchio Maggiore Maurizio Scalabrin. «La passata amministrazione - spiega Scalabrin - ha sempre svolto un'azione di controllo e la cifra indicata dall'attuale amministrazione di un ammanco di 150 mila euro sui servizi di mensa certo non si riferisce esclusivamente a quest'ultimo capitolo ma comprende anche altre voci, tra le quali il trasporto». Scalabrin osserva che «alcune genitori fanno certo i furbi ma esistono obiettivamente casi di oggettiva difficoltà. Era per questo che nell'aprile 2009 la mia amministrazione aveva deliberato un fondo di 45 mila euro per far fronte alle difficoltà delle famiglie. Una decisione ribadita nel luglio scorso anche dall'attuale amministrazione che tuttavia l'aveva ristretta agli stranieri residenti da almeno sei anni». L'ex sindaco sottolinea che «le morosità vanno perseguite ma non ci si può rivalere sui figli procurando ai giovani notevoli disagi nei confronti dei loro compagni di classe».



La Caritas coprirà le spese della mensa. La Caritas diocesale vicentina ha annunciato che nelle prossime ore metterà sul conto corrente del Comune la somma necessaria affinché gli 8 bambini abbiano un pasto garantito uguale agli altri nel prossimo mese. «Pare che dopo le prime sommarie informazioni che questa deprecabile situazione non sia stata causata da irresponsabilità genitoriali» spiega la Caritas in una nota.