Mentre la Cina si abboffa di oro, ora l’India infiamma l’argento.
Si spiegano così, a sentire il mercato, i record su record registrati nelle ultime settimane. Ma andiamo con ordine. L'oro ha già metabolizzato il ridimensionamento delle prospettive di allentamento della politica monetaria da parte della Fed prevista per il 2024 e ha ripreso a macinare rialzi fino a superare i 2.400 dollari l'oncia. C’entra la domanda inarrestabile di metalli fisici dalla Cina e dal Medio Oriente, dicono Ned Naylor-Leyland e Daniel March, gestori del fondo Gold & Silver di Jupiter AM. Tra le preoccupazioni inflazionistiche e le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, la Cina è diventata del resto uno dei più importanti acquirenti d'oro al mondo. I numeri lo dimostrano. La China Gold Association (CGA) dice che il consumo d'oro del Paese nel 2023 ammontava a quasi 1.090 tonnellate, con un aumento dell'8,73% rispetto all'anno precedente.
E un altro indicatore della domanda complessiva di oro in Cina, lo Shanghai Gold Exchange (SGE), ha registrato a gennaio un aumento della domanda del 95% (su base annua).
Nello stesso tempo, l'argento è sotto i riflettori in India, che il mese scorso ha importato la cifra record di 70 milioni di once (circa 2.200 tonnellate) di argento, con i granuli d'argento che hanno rappresentato più della metà delle importazioni totali. L’obiettivo principale è accumulare granuli per usi industriali, alla luce dei piani per lanciare una gigafactory di veicoli elettronici. Ma è possibile che dietro i grandi flussi di importazione da Londra ci sia anche la scommessa su un metallo considerato economico, visto il rapporto oro/argento ancora molto elevato, vicino a 90 a 1. Se non posso arrivare a uno, intanto scommetto sull’altro, deve essere la logica.