Pensioni, rispunta il prestito in attesa dell'uscita flessibile

Pensioni, rispunta il prestito in attesa dell'uscita flessibile
di Luca Cifoni
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Sabato 21 Novembre 2015, 02:47 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 08:31
Il cantiere delle pensioni è sempre aperto. All'indomani della pubblicazione in forma completa della proposta del presidente Inps Boeri, accolta con molte perplessità dal governo, sul tema previdenza si concentrano alcune delle proposte di modifica alla legge di Stabilità che è all'esame del Senato. Da una parte ci sono alcuni possibili ritocchi ed estensioni dei meccanismi (parziali) di flessibilità introdotti nel testo dal governo. Dall'altra le spinte per la definizione di un principio più generale per l'uscita anticipata, pur se magari limitato nella sua applicazione pratica.



PROGETTO ANTICO

La novità principale a cui hanno fatto riferimento Giorgio Santini e Magda Zanoni, entrambi del Pd, rispettivamente capogruppo in commissione Bilancio e relatrice del provvedimento, riguarda il recupero del cosiddetto prestito pensionistico. Un progetto di cui si è discusso molto negli ultimi anni, che prevede sostanzialmente per i lavoratori che si trovano in difficoltà a 2-3 anni dal traguardo della pensione la possibilità di percepire un reddito intorno agli 800 euro mensili, come anticipazione del futuro trattamento previdenziale; queste somme erogate con il contributo dell'azienda ed eventualmente dello Stato verranno poi restituite dall'interessato dopo l'effettivo pensionamento.



In Senato potrebbe essere rivisto anche il meccanismo dell'opzione donna, ovvero la facoltà concessa alle lavoratrici di lasciare il lavoro anche a 57-58 anni in cambio di una pensione meno generosa, calcolata con il metodo contributivo. Si tratterebbe di estendere un po' nel tempo questa opportunità che oggi riguarda solo le donne che maturano i requisiti previsti entro l'anno 2015.



Un'altra possibile novità toccherebbe non chi in pensione ci deve andare ma chi già percepisce un reddito di questo tipo. L'estensione della no tax area Irpef, che di fatto riduce il prelievo di 150-200 euro l'anno per i trattamenti medio-bassi, potrebbe essere anticipata al 2016, mentre nell'attuale testo della legge scatterà solo l'anno successivo.



Al di là di queste modifiche, una parte consistente della maggioranza continua a spingere per una norma più generale di flessibilità, che il governo potrebbe prendere in esame nel corso del prossimo anno con un apposito disegno di legge. L'idea è sempre permettere un'uscita anticipata di 3-4 anni rispetto alla maturazione dei requisiti, in cambio di una decurtazione che però deve essere ancora quantificata: proprio questo è il nodo più delicato.



DUE EMENDAMENTI A SENATORE

Sempre dal Pd, che intende limitare e concentrare i propri emendamenti (saranno al massimo due a senatore oltre idieci a firma multipla delle commissioni) arrivano altre significative proposte di modifica. Sul tema canone Rai, che il governo vuole trasferire nella bolletta elettrica, l'indicazione è di prevedere un pagamento in due rate per il prossimo anno e poi con cadenza bimestrale dal 2017. Altro dossier importante quello della casa: si punta ad escludere la tassazione anche per quelle concesse in uso ai parenti - purché ciò avvenga con comodato registrato - e ad alleggerire l'Imu sui proprietari che danno l'abitazione in affitto a canone concordato. Infine c'è l'idea di rafforzare il pacchetto Sud, con specifici incentivi o con il potenziamento della decontribuzione che dal 2016 diventerà parziale nel resto del Paese.