Grecia, e Alexis si sfilò la giacca, «Volete anche questa?»: la notte più lunga d'Europa

Grecia, e Alexis si sfilò la giacca, «Volete anche questa?»: la notte più lunga d'Europa
3 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Luglio 2015, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 22:01
Nella notte più lunga dell'Europa si duella per diciassette ore sull'orlo dell'abisso, tra colpi d'ala di falchi pronti a spingere Atene fuori dall'euro e le colombe che tendono la mano per salvarla e sbloccare il terzo programma di aiuti.



Sono le sei del mattino quando Angela Merkel ed Alexis Tsipras si preparano ad abbandonare il tavolo: le posizioni si sono irrigidite e trovare un'intesa sembra impossibile. «Mi dispiace», li richiama il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, «non c'è modo che lasciate questa stanza». Seguono oltre due ore di discussione prima che un tweet del premier belga Charles Michel annunci: «agreement» (accordo).



La Grexit è un'opzione sul tavolo. È prevista come ultima ipotesi, in forma temporanea, dal documento dei ministri delle Finanze dell'eurozona: documento base per la trattativa. Il presidente della Bce Mario Draghi, e quello della Commissione Jean Claude Juncker insistono sui «rischi finanziari» del percorso. Ma il premier finlandese Juha Sipila ed suoi omologhi del fronte oltranzista, incattiviti dalla 'ribellionè referendaria, sono convinti che allontanare Atene sia la cosa migliore.



In alternativa si chiede al Paese ellenico di rinunciare ad un'ampia fetta di sovranità, col trasferimento di beni per 50 miliardi in un fondo per le privatizzazioni, in Lussemburgo. Tsipras ha già detto sì ai licenziamenti collettivi e alle misure più dure. È stanco. Frau Merkel, spalleggiata dal premier olandese Mark Rutte, spinge. Anche il presidente Francois Hollande è convinto che l'ipotesi 'fondò sia il male minore di fronte a una Grexit.



Tspiras, Merkel, Hollande e Tusk si chiudono in una stanza durante uno dei tre lunghi intervalli che scadenzano il negoziato. Il primo ministro ellenico dice di non avere il mandato per firmare una cosa del genere. Vuole rinviare. Poi viene sottoposto ad un pressing tale che una fonte Ue definisce «waterboarding psicologico». È a quel punto che Alexis si sfila la giacca. Guarda negli occhi i partner. La porge. «Prendete anche questa!», sbotta.



Il Fondo monetario europeo fa presente che i 50 miliardi sono una cifra inverosimile, «sette è realistico». Matteo Renzi è contrario al fondo in Lussemburgo e avverte che 50 miliardi sono il 25% del Pil greco. Inverosimile. La trattativa si incaglia. Alla fine della lunga notte il compromesso: il fondo resta in Grecia, e la sua dotazione sarà 'fino à 50 miliardi. Intanto i media olandesi raccontano di uno scontro Renzi-Rutte in un corridoio, smentito però dalla parte italiana.



Il popolo dei social media insorge, incita Tsipras a lasciare Bruxelles.
Su Twitter spopola l'hashtag «TspirasLeaveEUSummit ('Tsipras abbandona il verticè) e #ThisIsACoup ('Questo è un colpo di Statò) diventa il secondo più ritwittato al mondo. Ma alla fine arriva la fumata bianca. Per Tsipras non è esattamente un lieto fine, ma la tragedia, per il momento, è evitata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA