Ufficio immigrazione Tor Cervara

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Sabato 18 Maggio 2013, 17:59 - Ultimo aggiornamento: 18:06
Vorrei porre alla Vs. attenzione quanto accaduto all'Ufficio Immigrazione a Tor Cervara a Roma il 15 maggio 2013. Ho due bambini italiani avuti con la mia compagna Ucraina una di 3 (tre) anni l'altro di 11 (undici mesi) e lei ha un figlio di 14 (quattordici) anni compiuti che è in Italia già da 5 anni.



Avendo il ragazzo raggiunto il quattordicesimo anno di età c'è l'obbliglìo di fare la rilevazione delle impronte e abbiamo anche chiesto la coesione familiare con i fratelli. Siamo giunti all'ufficio alle 10,00 e ci veniva dato un numero di prenotazione N.55/56 e il tabellone segnava il N.24. Ho chiesto al personale degli sportelli se avessero previsto una sorta di sportello per chi aveva necessità di non dover aspettare tutta la fila. Mi è stato risposto che non si poteva che c'era anche un malato terminale che stava aspettando e che questa è la procedura. Ho aspettato 2 (due) ore. Dopo questo tempo il numero di prenotazione chiamato era il N.36.



A quel punto ho cercato di attirare l'attenzione alzando la voce chiedendo di un responsabile ho anche chiamato il 113 e l'unica risposta ricevuta è "parli con il responsabile". Risultato dopo tante chiacchiere ho dovuto aspettare il turno per prendere le impronte. Quanto tempo ci vorrà per prendere queste impronte? 1 minuto, siamo usciti alle 13,55.



Faccio presente che quando ho parlato con il responsabile (che è una donna quindi uno si aspetterebbe più sensibile a certe problematiche donne in gravidanza, bambini piccoli, persone malate) e gli ho chiesto se si poteva fare una lista a parte delle persone che avevano bisogno mi ha risposto che non era posssibile e che quando ero arrivato avrei dovuto far presente il problema (che avevo sollecitato e che è rimasto inascoltato) e che tutti avevavamo bambini piccoli e persogne bisognose (io nel tempo che sono stato lì 3ore ho visto 3 bambini piccoli e un signore che chiedeva se per le donne in gravidanza c'era una fila preferenziale ed ha ricevuto la mia stessa risposta)



Tra marche da bollo fotocopie fotografie e bollettini da pagare mi sembra che di soldi ne vengano spesi parecchi andate a vedere in che condizioni tengono questi uffici e ci dobbiamo tenere i bambini piccoli dove non c'è un posto dove appoggiarli o tenerli. Inoltre a Tor Cervara c'è il deserto non un bar o un minimo di strutture che possano ospitare le persone.



Se questo è il nostro grado di civiltà vuol dire che non abbiamo un futuro e non dipende solo da chi ci governa ma anche le strutture pubbliche che servono il cittadino non capiscono le esigenze delle persone comuni che continuano a scontrarsi con questi "muri di gomma" che ti rimbalzano senza dare nè spiegazioni nè tantomeno delle soluzioni pratiche a problemi che sono di una semplicità infantile da risolvere, basterebbe usare il buon senso ma si vede che in questa Italia è morto anche quello.



Roberto Castelli