Pace fatta a Teramo tra la Asl e Alessandro Cecchi Paone dopo che la procura, in seguito alla denuncia della Asl teramana qualche tempo fa aveva deciso di mandare a processo con una citazione diretta a giudizio il noto giornalista e divulgatore scientifico per diffamazione. Una vicenda che risale a novembre del 2020 e che ieri, appunto, si è conclusa grazie ad una lettera di scuse o piuttosto di chiarimento di Cecchi Paone che ha portato la Asl a ritirare la querela e a chiudere di conseguenza il processo davanti al giudice monocratico Marco Scimia per l’estinzione del reato.
«Mi sembra opportuno chiarire che il mio intervento nella trasmissione Storie italiane andato in onda il 18 novembre 2020 su RaiUno reso nell’ambito della mia attività di giornalista non voleva allora e non vuole oggi essere assolutamente un attacco diretto e personale alla sua persona, alla struttura sanitaria da lei diretta e alla Regione Abruzzo – si legge nella lettera indirizzata al direttore generale Maurizio Di Giosia -, ma unicamente una sottolineatura delle difficoltà nelle quali, da un lato, si sono venute a trovare le Asl nazionali nel periodo Covid e, dall’altro, delle ricadute che queste hanno provocato ai cittadini italiani».
In quella trasmissione si era partiti dal caso della mamma dell’avvocato teramano Domenico Giordano, Vincenza Gulli, morta positiva al Covid e finita anche sulle cronache nazionali.
«Un fraintendimento – precisa - dal quale mi dissocio e me ne rammarico, essendo ben presente l’impegno e la dedizione con il quale sia lei di persona, che la struttura da lei diretta, dal primo all’ultimo addetto, ha operato nella difficoltà e con le criticità evidenziate in trasmissione per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19». Con la remissione della querela da parte della Asl, che si sarebbe dovuta costituite parte civile attraverso l’avvocato Guglielmo Marconi, si chiude anche questo spiacevole capitolo che mette definitivamente la parola fine anche al processo.