Siccità e ondate di calore, i fiumi Orta e Sangro calano: coltivazioni a rischio

Siccità e ondate di calore, i fiumi Orta e Sangro calano: coltivazioni a rischio
di Floriana Bucci
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 14:25

Piove poco, i livelli dei fiumi si abbassano e nei campi i raccolti sono a rischio per ondate di calore. I dati dell’Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, fotografano la crisi idrica che, dopo l’aprile più caldo che si ricordi, mette a rischio i raccolti. In un panorama a due tinte, con il nord che festeggia un aumento della portata di fiumi e laghi, e il sud alle prese con una grave crisi idrica, l’Abruzzo si colloca in una situazione di rischio. «A certificare la crisi idrica che sta colpendo l'Abruzzo – si legge nel rapporto dell’Anbi - sono, oltre ai dati pluviometrici, anche i livelli dei fiumi: l'Orta, in provincia di Pescara, registra il modesto valore di 59 centimetri, cioè 70 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il Sangro, invece, registra meno 16 cm».

Preoccupano i meno 70 centimetri dell’Orta: condizione osservabile durante il suo lungo e selvaggio percorso. Con i suoi 26 chilometri di lunghezza, da Sant’Eufemia a Maiella alla confluenza con l’Aterno-Pescara, nel Comune di Bolognano, l’Orta è noto per il suo letto scavato tra le rocce di un suggestivo canyon e per la sua portata. Tanto che il Parco della Maiella, sul sito web, invita gli escursionisti a fare attenzione alla «notevole portata del fiume» nei mesi invernali e primaverili. Precauzione che nella primavera da record siccità sembra superflua. La situazione abruzzese, analizzata dall’Anbi su dati della Regione, presenta anche altre criticità. «È l’Abruzzo – riporta l’Osservatorio sulle risorse idriche dell’Anbi - la regione che appare in maggiore sofferenza idrica. Situazione critica soprattutto sulle colline teramane, dove a Cellino Attanasio il deficit pluviometrico da ottobre ad oggi è di oltre cento millimetri. Anche se nel mese di marzo si è registrato sulla regione un surplus di pioggia pari a circa il 16 per cento, le temperature eccezionalmente alte, circa tre gradi superiori alla media, hanno aggravato il bilancio idroclimatico soprattutto nella provincia de L’Aquila e nei territori settentrionali della provincia di Teramo». Con una simile condizione climatica, avverte l’Anbi, non resta che sperare nella «funzione mitigatrice del mar Mediterraneo per evitare che ulteriori ondate di calore aggravino la sofferenza idrica».
Intanto, nell’attesa di conoscere l’evoluzione del clima, si muovono gli studiosi di Ingegneria Naturalistica che venerdì, a Roma, presso l’Ispra, renderanno noti gli studi sui possibili interventi sui fiumi in secca e sulla messa in sicurezza dei territori soggetti a frane in caso di eventuali alluvioni.

Problemi che affliggono da tempo la Riserva Regionale della Valle dell’Orta.

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