«Mi dispiace infinitamente, ho pregato e prego tanto perché per il ragazzo le cose vadano bene». Parla da Losanna Antonietta, la madre di Federico Pecorale, il ventinovenne italo-svizzero che domenica a Pescara ha sparato cinque colpi di pistola contro il cuoco dominicano di un locale di arrosticini».
Yelfry Guzman è gravissimo in ospedale, è uscito dal coma ma ha una prognosi di 60 giorni per le lesioni al midollo spinale, difficilmente recupererà l'uso delle gambe. «So come si sta - è la risposta di Antonietta -, come mamma ho già provato questo dolore con l'incidente di Federico, quando è stato in coma. Il dolore ha investito due famiglie. Io sono distrutta: io so che mio figlio fondamentalmente non è questo, deve essere recuperato, aiutato».
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IL FERMO
Il giudice di Pesaro che ieri ha covalidato l'arresto disponendo per Federico la custodia in carcere, parla di una violenza raggelante e di un lucido piano per la fuga. «Ha fatto una cosa grave, tragica, ma non può essere buttato via. Gli augurano il male e dicono di essere persone buone: io non auguro il male a nessuno. Per Federico è stato un periodo difficile, si è anche sentito molto solo. Quando ha fatto quello che ha fatto non era cosciente, non si è reso conto di niente, nemmeno di poter essere preso».
Per la mamma e la fidanzata di Yelfry un solo pensiero: «Mi scuso, prego per il loro ragazzo e per il mio, non giustifico quanto fatto da Federico, un fatto imperdonabile. Però sono la mamma, devo pensare anche a lui che ha bisogno di sostegno».
Comprensibili l'istinto protettivo di una madre e la volontà di attenuare, con le scuse alla famiglia del ferito, la prospettiva di un processo che, per Pecorale, parte in salita dopo il provvedimento del Gip che sembra tagliare sul nascere la scappatoia dell'infermità di mente.