Da Odessa a Pescara per sfuggire alla guerra, Oleksandra vaga come vagabonda: ha dimenticato la sua identità

Da Odessa a Pescara, Oleksandra vaga come vagabonda: ha dimenticato la sua identità
di Mila Cantagallo
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Martedì 20 Giugno 2023, 08:04

Oleksandra era arrivata in Italia per sfuggire alla guerra, aveva aperto un blog per proporsi come insegnante di lingue straniere ai bambini. E' finita a vagabondare per strada, ai piedi scalzi, in stato confusionale. Sembra scritta in un libro di altri tempi la storia di una 25enne di Odessa, studentessa di giurisprudenza che un anno fa ha deciso di prendersi una pausa per visitare l'Italia, stabilendosi a Milano. Ha portato con sè i risparmi accumulati aiutando la madre nella gestione di una stazione di autobus. E' stata proprio mamma Svetlana a dare l'allarme un mese fa, quando sua figlia ha iniziato a rivolgerle parole offensive al telefono, lo stesso cellulare che qualche giorno dopo ha smesso di squillare.

In Abruzzo la ragazza è presumibilmente arrivata insieme a qualcuno, forse la stessa persona che l'ha alleggerita dei suoi averi perché Oleksandra, avvistata a piazza Salotto a chiedere l'elemosina, non aveva con sé bagagli, né abiti o soldi.

Una catena di solidarietà tra l'Ucraina e l'Italia ha permesso di rintracciare la studentessa dopo che Svetlana si è rivolta ad un'associazione del suo paese collegata alla Protezione civile italiana. Una passante l'ha notata ed ha avvisato la Croce rossa di Spoltore che, con il coordinamento de presidente Pierluigi Parisi, ha avvicinato con delicatezza la clochard per condurla in ospedale dove non ha saputo fornire informazioni sulla sua identità.

Irina, una volontaria ucraina che vive in Italia, è stata il gancio di questa operazione, avvertita da Paola Mastrangelo, la giornalista malata di Sla venuta a conoscenza del caso: «Abbiamo ricostruito il recente soggiorno della ragazza in un bed and breakfast di Montesilvano - riferisce Irina- ma poi non ha potuto pagare più la pensione perché il suo bancomat era bloccato».

La giovane è ricoverata nel reparto di neuropsichiatria a Pescara dove cura una patologia di cui soffre da tempo: «Ha un meningioma che le provoca stati aggressivi e confusionali- riprende la volontaria - sembrava guarita dopo la prima operazione ma in Italia la malattia si è riacutizzata, l'atteggiamento ostile nei confronti della madre, a cui è legatissima, è stato il primo sintomo».

Svetlana è corsa in Italia ad assistere sua figlia, grazie al supporto della parrocchia di San Giovanni Battista e San Benedetto Abate ha trovato un alloggio, ogni giorno fa visita alla figlia che non vuole vederla: «Purtroppo in passato è già accaduto che lei sfogasse su di me le crisi dovute alla malattia- dice Svetlana- ma io le resterò accanto fino alla guarigione».

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