Orsi, i cuccioli di Amarena cresciuti mangiando formiche: ora sono pronti per il letargo

Orsi, i cuccioli di Amarena cresciuti mangiando formiche: ora sono pronti per il letargo
di Sonia Paglia
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Martedì 5 Dicembre 2023, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 11:41

Gli orsetti, figli orfani di Amarena, hanno lo spazio e la tranquillità di cui ha bisogno, per prepararsi, da soli, ad affrontare il prossimo letargo. Chiaramente, quando le temperature rigide invernali, lo consentiranno. Stanno investendo tutte le loro energie a nutrirsi, ingrassandosi. Guardaparco e carabinieri forestali, monitorano costantemente, la loro vita in natura. Ma senza arrecare disturbo, con discrezione, al fine di evitare un cambio di direzione dei loro spostamenti all’interno dell’area protetta e quindi una dispersione in zone, che potrebbero rappresentare un pericolo per la loro incolumità. Così come l’abituazione, alla presenza umana.

L’appetito e il fabbisogno energetico, aumenta quando ci si prepara all’ibernazione e può arrivare fino a 20.000 Kcal al giorno. Gli orfani di Amarena, in autunno, si sono alimentati di faggiole, ghiande, pere, mele e bacche. «Un bosco di cerro - spiega l’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise - può produrre, quasi tutti gli anni, più di 500 chilogrammi di ghiande in diecimila metri quadri. A questi si aggiungono decine di bacche e frutti carnosi molto appetibili e nutrienti».

Gli orsi si alimentano anche di 5 generi di formiche. Sono ghiotti, soprattutto delle specie gialle, ovvero piccole formiche, del colore del miele. «Queste formiche- continua l’ente Pnalm- formano colonie molto grandi, sia superficiali che sotterranee, sono tranquille, non fuggono e al massimo liberano una sostanza difensiva che sa di citronella, che le rende forse ancora più appetibili o individuabili.

Un pasto facile e nutrienti che non sfugge al fiuto dell’orso». I plantigradi giovani, devono utilizzare tutto il loro tempo per mettere su grasso e muscoli. E dunque, grazie alle formiche, continuano a crescere e non perdono peso. Presto, con la raccolta di alcuni campioni organici, l’analisi genetica, consentirà di individuare il genotipo, la definizione del sesso dei giovani animali ed eventualmente, anche della paternità. All’attribuzione di un codice, contrassegnato con la sigla F, per le femmine ed M, per i maschi, seguito da un numero progressivo, verrà assegnato un nome confidenziale. Come avviene, del resto, per tutti gli esemplari, nel momento in cui vengono muniti di radiocollare.

Si conclude con un regalo straordinario questo 2023, particolarmente tragico e difficile per la fauna selvatica protetta. A inizio anno, l' investimento mortale di Juan Carrito, avvenuto in Alto Sangro. Poi, l’uccisione di mamma orsa Amarena, a San Benedetto dei Marsi. Ora, finalmente, una notizia positiva, che ha destato meraviglia agli addetti e operatori della Riserva Naturale del Salviano. Nella notte del 25 ottobre scorso, le telecamere del servizio di monitoraggio attivo nella Riserva, hanno ripreso un’orsa con tre cuccioli al seguito, che attraversavano l'area della Riserva del Salviano. 

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