Gianfranco Ciavattella, paraplegico dalla nascita, si lancia con il paracadute: «Ciò che ho provato è difficile da raccontare»

«Ciò che ho provato è difficile da raccontare, una carica di adrenalina, una fortissima sensazione che mai avrei immaginato di poter vivere»

PARAPLEGICO SI LANCIA CON IL PARACADUTE. LA CORAGGIOSA IMPRESA DI GIANFRANCO CIAVATTELLA
di Bruno D'Alfonso
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Sabato 20 Aprile 2024, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 18:20

«Ciò che ho provato è difficile da raccontare, una carica di adrenalina, una fortissima sensazione che mai avrei immaginato di poter vivere». Queste le parole di Gianfranco Ciavattella, paraplegico 51enne di Montesilvano, dopo aver coronato il sogno che coltivava da bambino: volare! E lo ha fatto lanciandosi col paracadute ieri mattina, in provincia di Bologna, dove grazie alla preparazione e competenza della scuola di paracadutismo di Molinella si è lanciato da 4200 metri d'altezza in un volo tandem, sostenuto dal pilota e istruttore Santiago Calzolari dell’associazione sportiva Fly for fun dzone. Un volo durato oltre un minuto in caduta libera ad una velocità di circa 200 chilomentr orari, per poi iniziare la discesa e la fase di atterraggio in tutta sicurezza grazie ad una speciale imbracatura.

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Chi è Gianfranco Ciavattella

Gianfranco Ciavattella, conosciutissimo in città anche come un gran tifoso del Pescara calcio, è costretto a vivere su una sedia a rotelle a causa di una malattia invalidante alle gambe, patologia che si porta dietro dalla sua nascita prematura gemellare, che non ha risparmiato la vita alla sorella Monia.

Terzogenito dopo Giulio e Marcello, sin da piccolo è sempre stato coccolato da fratelli, amici e parenti. Ed è proprio uno di loro, il nipote Massimiliano, figlio del fratello Giulio, ad aver organizzato il tutto per esaudire il suo sogno; memore di un’esperienza dolorosa per via della sua professione di guastatore cacciamine dei paracadutisti della Folgore, fece vedere un video allo zio Gianfranco di un collega che si lanciava col paracadute, rimasto disabile per lo scoppio di una bomba in Afganistan, dove insieme al quale aveva condiviso missioni militari.

 

L’entusiasmo

Gianfranco si era entusiasmato, spinto dalla fiducia trasmessagli dal quel video, e così ha ricevuto la promessa del nipote che ha deciso di onorarlo proprio in quella occasione in cui stavano festeggiando il suo cinquantesimo compleanno, aiutandolo in questa impresa. Ma, per motivi vari che ne hanno ritardato l’esecuzione, il fatidico lancio nel vuoto tanto agognato è avvenuto solo domenica scorsa, quando era tutto pronto e organizzato nei minimi dettagli. Ma non è stato l’unico grande regalo ricevuto da Gianfranco in quel giorno: anche un altro nipote, lo chef Davide, non potendo ritornare per la festa perché impegnato come al lavoro nel ristorante la Zagara a Capri, decise in seguito di portarlo con sé nell’isola azzurra organizzando una festa tutta per lui. Adesso, Gianfranco, non vede l’ora di raggiungere il nipote Davide nel rinomato ristorante dove lavora adesso, il Don Alfonso 1980 di Toronto, terzo ristorante italiano al mondo, per far sì si avverasse un altro suo sogno. E così, la vicinanza e l’affetto dei familiari, negli anni hanno in qualche modo affievolito quelle che sono state le sofferenze patite dallo sfortunato Gianfranco. Tra le tante vicissitudini patite, si contano ben otto interventi chirurgici all’anca, adduttori, tra allungamento del tendine d'Achille e del ginocchio, rimanendo sempre immobile dal gesso, che però a nulla sono serviti nonostante gli avessero assicurato 80% di riuscita.

Ora, Gianfranco, non vuole più sentire parlare di interventi accettando di vivere la propria disabilità sulla sua carrozzina, da cui volentieri farebbe a meno per qualche altro volo libero nel cielo: «Questa è una lezione di vita. Nessun ostacolo è insormontabile», altro commento di Gianfranco Ciavattella appena atterrato dopo il suo volo di domenica. Una lezione di vita anche per chi ha ammirato il suo gesto.

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