Marco Di Filippo, la nuova sfida: con il “Bravo” in direzione Nepal

Con il “Bravo” in direzione Nepal: la nuova sfida di Marco Di Filippo
di Maurizio Di Biagio
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Domenica 28 Aprile 2024, 07:40

È il suo tredicesimo giorno di viaggio a bordo del suo cinquantino, un piccolo “Bravo” rivisitato per l’occasione, in direzione Nepal. L’altro ieri ha fatto tappa a Micene, Marco Di Filippo, 33 anni e partito da un bar del Teramano, di Villa Petto per la precisione, circa 10 giorni fa: da un campeggio greco fa sapere che è alle prese con la manutenzione del suo mezzo «con il mozzo e con un cuscinetto che si è spaccato ma il resto è una bomba. È stata però una giornata durissima, ho fatto 90 km di sterrato e ho dovuto spingere in alcune salite, forato anche una gomma. ma sono felice, questi posti sono assurdi».
I paesaggi da una scarpata sono mozzafiato però fino a Bari, sul suo «bravaccio» si è beccato ore e ore di acqua scrosciante «ma questo è solo l’antipasto di cosa mi aspetterà più in là nel viaggio». Marco per la sua impresa ha abbandonato il suo lavoro da progettista meccanico, ha comprato per pochi spicci il motorino che impazzava negli anni ‘70 e ‘80 su cui gli adolescenti sgassavano e impennavano, lasciando a casa sebbene solo per sei mesi o un anno la sua fidanzata. «Il Nepal mi aspetta» ammicca emozionato. Non è la prima volta che affronta simili esperienze: già l’anno scorso con un Ciao, barattato con un iPad, si è recò in Bulgaria. Ora il gran salto, sebbene stia già pensando per il prossimo anno alla traversata della Panamericana, dalla terra del fuoco fin su in Alaska: «Ho il viaggio nel sangue, l’ho sempre fatto, ho iniziato con l’auto e ho proseguito con il caravan per un viaggio di ben due mesi, per finire con i piccoli motorini, oggetti diventati cult della motorizzazione leggera». A bordo del cinquantino compirà ben 15 mila km «con una media di 100 km al giorno».

Dovrà passare per posti non proprio raccomandabili «come il Pakistan: in certe zone i turisti vengono accompagnati da scorte armate, ma la zona più pericolosa è senza dubbio il Belucistan». Di certo non sarà il solito motorino che conosciamo: «Per l’occasione, dal momento che sono un progettista meccanico, ho cambiato e rafforzato le forcelle, messi ammortizzatori più consoni visto che peso 100 chili, creato un impianto per la ricarica Usb per il cellulare e realizzato un kit maggiorato per guadare i fiumi. Non mancano nemmeno i freni a disco, luci a led e serbatorio più grande». Riporterà fedelmente gli avvenimenti che vivrà ogni fine serata sui social: «Farò dei resoconti su Instagram, Facebook e YouTube, forse scriverò anche un libro». Per i suoi filmati s’aiuta con un drone: dai social qualcuno gli fa sapere di fare attenzione perché in certi paesi che dovrà attraversare è considerata un’attività spionistica. Di Filippo, quindi, ripercorrerà in parte quella che un tempo era chiamata la via della Seta, attraverso Albania, Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, India e Nepal «osservando scenari incantevoli nel mio slow travel fatto di un mezzo ultra lento». La maggior parte del suo bagaglio è composto da attrezzature e ricambi per metter mano al motorino in caso di problemi, l’abbigliamento è ridotto al minimo, ma in cambio c’è tanta attrezzatura fotografica. Non mancheranno tenda e fornelletto per essere autonomo per settimane, cioè per tutta la durata del viaggio. Il segreto del viaggio? «È essere leggeri ma avere tutto».

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