Pescara calcio, il dossier sui conti finisce in Tribunale

Pescara calcio, il dossier sui conti finisce in Tribunale
di Maurizio Cirillo
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Marzo 2018, 10:37
E' un vero e proprio libro nero sulla mala gestione della società "Delfino Pescara 1936 spa" quello che ha scritto Massimo Mancinelli, l'ispettore nominato dal Tribunale delle imprese dell'Aquila per verificare la regolarità di alcune voci dei bilanci 2015/2016 della società biancazzurra. Un dossier di 65 pagine depositato in tribunale, dove dei dodici punti esaminati dall'esperto, e relativi soltanto agli aspetti evidenziati nella denuncia che fatto scattare il provvedimento del tribunale aquilano e non dall'esame completo dei bilanci in questione, soltanto due sono usciti indenni dagli accertamenti contabili. La verifica imposta dal tribunale faceva seguito alla denuncia dell'ex amministratore delegato della società, Danilo Iannascoli (che detiene ancora il 27 per cento delle quote societarie) che ruppe i ponti con l'attuale presidente Daniele Sebastiani, quando si rese conto che molte cose non andavano nel verso giusto e soprattutto quando gli venne negata anche la possibilità di esaminare le carte societarie. E il perché viene forse fuori proprio da questa dettagliata consulenza tecnica che dovrà ora essere esaminata dai giudici aquilani e probabilmente girata anche alla procura competente per accertare eventuali reati di natura penale, così come avviene di prassi quando dalle verifiche contabili emergono troppi aspetti dubbi e non solo.

Alla stesura di questa complessa consulenza l'ispettorato è giunto dopo un contraddittorio con le parti (che hanno anche depositato articolate memorie), e dunque dando la possibilità a tutti di dire la propria ed eventualmente giustificare le irregolarità rilevate. Una delle prime voci che figurano nella consulenza è quella della "illegittima iscrizione di inesistenti/inesigibili "crediti per imposte anticipate" per un importo di 3 milioni e 358 mila euro". L'ispettore parla di "indebita permanenza" di tale somma nel bilancio chiuso al 30 giugno 2015. "Ciò in quanto la società ha basato tale iscrizione su un conto economico previsionale che già al momento di approvazione del bilancio veniva smentito dai fatti: per tale esercizio la società aveva previsto di conseguire un utile di 0,6 milioni di euro mentre il bilancio approvato ha invece mostrato una perdita di 4,7 milioni di euro". Una situazione che secondo l'esperto fa sorgere "dubbi significativi sulla stessa continuità aziendale tant'è che se non fosse intervenuta la ricapitalizzazione della società, questa non avrebbe avuto nessuna possibilità di sopravvivenza". Un altro capitolo riguarda l'"emersione di equivoche operazioni per contanti prive di giustificazione". E qui si parla della voce "giroconto emissione omaggi" che riguarda i biglietti delle partite. "Il fenomeno - scrive il ctu - appare di proporzioni più ampie di quelle denunciate dal ricorrente e viene quantificato il 151 mila euro per il 2015" che si raddoppia a 293 mila euro nel 2016 (anno della serie A dove peraltro era stato disposto dalla società il pagamento solo per contanti. «E' emerso che nelle scritture contabili, subito dopo le registrazioni relative agli incassi dei biglietti, appare sistematicamente, a riduzione della cassa, la scrittura denominata "10 giroconto emissione omaggi" quasi sempre corrispondente all'intero incasso». Si tratta peraltro di operazioni «prive di documentazione di supporto idonea a documentare l'effettiva riconducibilità delle insussistenze di cassa all'emissione dei biglietti omaggio».

E poi ancora l'omessa rilevazione del debito verso il "Club Envigado", relativa al diritto di esercitare l'opzione di acquisto con l'Atletico Nacional, del calciatore Juan Fernando Quintero Paniagua. Secondo l'ispettore nel bilancio 2016 la società ha omesso di indicare il debito di 1 milione e 900 mila euro; e si prosegue con il capitolo sulla «illegittima iscrizione di crediti per "imposte anticipate" considerati integralmente recuperabili entro l'esercizio». Ebbene per il consulente l'iscrizione di crediti per imposte anticipate per 2 milioni e 930 mila euro nel bilancio 2016 «appare supportata da un budget che, non solo non ha trovato conferme nei consuntivi, ma che al momento dell'approvazione del relativo bilancio appare avulso dalla realtà aziendale». Poi ci sono ancora le voci relative alla "illegittima considerazione nell'attivo di crediti inesigibili o di dubbia esigibilità; l'"omessa e/o errata rilevazione del debito verso il fornitore "Oran srl"; l'"appostazione di un fondo di svalutazione crediti del tutto insufficiente". Insomma tanti argomenti che dovranno passare ora al vaglio dei giudici del Tribunale delle imprese dell'Aquila.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA